giovedì 26 gennaio 2012

Forconi e scetticismo

In questi giorni si sta parlando tanto del movimento dei forconi che sta immobilizzando l'Italia e lasciando negozi e pompe di benzina a secco, partito dalla Sicilia e ormai esteso a tutto lo stivale.
C'è chi li sostiene, c'è chi invece li critica. Io sono di sicuro molto scettico.


Posso capire che la gente ne abbia piene le palle e cerchi a proprio modo di protestare, però questa non è una "rivoluzione", come vogliono farci credere. La rivoluzione parte dal basso e serve a garantire migliori condizioni a tutti. Dietro a questa protesta ci sono invece dei poteri per niente occulti, che vogliono solo ottenere ulteriori privilegi per il proprio tornaconto.
E poi, chi sta raggiungendo l'esasperazione? Non di certo chi ci governa, che non ci rimette nulla. I veri bersagli sono finiti per essere i pendolari che senza benzina non possono raggiungere il proprio posto di lavoro. Le famiglie che non possono comprare il latte per i propri neonati. Le piccole attività commerciali che già sono messe piuttosto male per colpa della crisi e delle scelte del Governo.
Insomma, questa a me pare più che altro una prova di forza in stile mafioso. E credo che della colpa sia da attribuire anche al populismo messo in piazza da movimenti "politici" come Lega Nord, Forza Nuova e Movimento 5 Stelle.

venerdì 20 gennaio 2012

La Top 10 dei fumetti del 2011

Ed eccomi giunto all'ultima classifica delle cose migliori del 2011. Dopo la musica, passo ai fumetti (inediti). Gli scorsi anni non me ne ero mai occupato qui sul blog, più che altro perché mi decidevo troppo tardi a capire cosa metterci. Quest'anno, invece, ho già le idee molto chiare.

10
Tex 609-610 di Gianfranco Manfredi e Giovanni Ticci/ Color Tex 1 di Mauro Boselli e Bruno Brindisi (Sergio Bonelli Editore)


La dimostrazione di come, in mano a due sceneggiatori più che capaci, anche un personaggio come Tex possa ancora divertire tanto e risultare fresco e contemporaneo. La storia di Manfredi regala ritmi narrativi d'alta scuola (e un Ticci spettacolare), quella di Boselli personaggi che abbandonano l'eterna monolicità per mostrare sfaccettature inedite del proprio carattere.

9
Rat-Man 82-85 di Leo Ortolani (Panini Comics)


C'è chi dice che non fa più ridere come una volta. Se il risultato è quello di queste storie, sagaci, irriverenti e ottimamente compiute su diversi livelli di lettura, non è che m'importi più di tanto! Perché le storie di Ortolani, nonostante possano sembrare "semplici" parodie, in realtà nascondono molto altro. E poi l'autore riesce a padroneggiare con sempre maggiore maestria il fumetto, inteso come mezzo narrativo.

8
Beta 1 di Luca Vanzella e Luca Genovese (Bao Publishing)


Non solo un omaggio ai robottoni di Go Nagai, ma una rivisitazione in chiave post-moderna dell'opera del maestro giapponese, sgrassata di alcuni elementi da "sospensione dell'incredulità" per essere calata in un contesto più realistico. Avvincente dalla prima all'ultima pagina e disegnato come meglio non potrebbe essere, come un manga, ma con una forte impronta italiana.

7
Fantastici Quattro: Tre di Jonathan Hickman e Steve Epting (Panini Comics)


Hickman è riuscito a riportare sulle pagine dei Fantastici Quattro, allo stesso tempo, grandeur cosmica e atmosfere famigliari corali: due dei capisaldi storici della serie. Con Tre, inoltre, è riuscito a tenere il lettore in tensione fino alla fine con una sceneggiatura perfetta. E Steve Epting è diventato uno dei migliori disegnatori americani della scena attuale, cupo ed essenziale quanto basta.

6
Trama di Ratigher (GRRRzetic Editrice)


Nato probabilmente con poche pretese, Trama racconta una storia avvincente, in cui i personaggi sono vittime, più che di un qualche assassino (comunque presente), del proprio destino, rappresentato dalla trama horror della storia, da cui, loro malgrado, non possono sfuggire. Una trama, appunto, claustrofobica e ineluttabile, che non lascia scampo ai personaggi così come ai lettori.

5
Irene e i clochard di Ruppert & Mulot (Canicola)


Un'opera quasi teatrale, sospesa tra il reale e il surreale, in grado di raccontare la vita di una ragazza con crudezza e allo stesso tempo delicatezza, attraendo e appassionando il lettore tramite i vuoti (grafici e narrativi) che caratterizzano la storia. La più piacevole sorpresa dell'anno, per quanto mi riguarda.

4
The Walking Dead volumi 9-10 di Robert Kirkman e Charlie Adlard (saldaPress)


Una serie sconvolgente, spiazzante, che prende allo stomaco fino alle viscere e lascia spesso il magone. Una di quelle poche opere per le quali la frase "niente sarà più come prima" ha davvero senso. Qui la tensione narrativa funziona davvero, all'opposto della noiosa serie televisiva, forse anche grazie alle atmosfere create dal bianco e nero di Adlard.

3
Polina di Bastien Vivès (Black Velvet Editrice)


Chi l'avrebbe mai detto che una storia sulla danza classica potesse coinvolgermi così tanto? Il talento di Bastien Vivès sembra aver raggiunto la piena maturità, sia narrativa che grafica. Un vero e proprio romanzo di formazione che descrive la ricerca di una propria identità da parte della protagonista, una talentuosa ballerina, segnata da un bianco e nero minimalista ma raffinato e spietato, che si esalta nelle gestualità e nelle espressioni quotidiane.

2
Habibi di Craig Thompson (Rizzoli-Lizard)


Romantico, mistico, appassionante... Habibi è questo e anche altro. Una storia d'amore dai presupposti decisamente peculiari, caratterizzata da un forte simbolismo e ambientata in un'epoca senza tempo, con atmosfere che richiamano in modo evidente Le mille e una notte e che scavano a fondo nelle radici comuni tra cristianesimo e islamismo. Una buona sostanza incorniciata da una forma eccezionale: le matite di Thompson sono magiche, avvolgono il lettore e lo accompagnano per tutto il volume, tra ricami e giochi grafici. E poi l'autore è uno dei pochi veri eredi di Will Eisner, in grado di utilizzare in modo sapiente tutte le armi a disposizione del fumetto per raccontare la propria storia. Che tra l'altro non annoia mai, grazie alla quantità di trovate narrative sempre fresche e sorprendenti che vengono fuori, nonostante le 600 e più pagine che la compongono.

1
Asterios Polyp di David Mazzucchelli (Fandango/Coconino Press)


Fumetto dell'anno, del decennio, forse anche del secolo! Usando come base una tipica storia di formazione da grande romanzo americano, con un protagonista tormentato alla ricerca di se stesso, Mazzucchelli ha costruito un'architettura di segni, colori e parole realizzabile solo sotto forma di fumetto. E proprio come in una struttura architettonicamente perfetta, tutto ha un senso, tutto ha un significato. Un'opera che si esalta nella coerente variegatura di stili con cui viene raccontata e che trasuda storia del fumetto, pur offrendo un significativo spaccato della nostra contemporaneità, grazie soprattutto a personaggi interessanti, vividi e intensi. Un libro, insomma, che non si esaurisce alla prima lettura, ma che va riletto, esaminato, destrutturato, rimesso in discussione, senza tregua. Capolavoro.

Per concludere, mi piacerebbe citare altri fumetti che non hanno trovato spazio in questa classifica (dovevo pur pormi un limite), ma che ho apprezzato comunque molto. Ecco quindi L'inverno del disegnatore di Paco Roca (Tunué), Capire Israele in 60 giorni (o anche meno) di Sarah Glidden (Rizzoli-Lizard), Q and A di Mitsuru Adachi (Star Comics), Zombie Gay in Vaticano di Davide La Rosa e Vanessa Cardinali (autoprodotto), Gundam Origini di Yoshikazu Yasuhiko (Star Comics), il Capitan America di Ed Brubaker (Panini Comics) e il Batman di Grant Morrison (Planeta DeAgostini).

All'anno prossimo!

mercoledì 18 gennaio 2012

Ipse dixit - Galileo Galilei

"Sventurata la terra che ha bisogno d'eroi." 
Galileo Galilei, da Vita di Galileo di Bertolt Brecht


martedì 17 gennaio 2012

La Top 20 degli album del 2011 - Addenda (Iosonouncane)

Tra gli album che ho più ascoltato e adorato nel 2011, in realtà, ce n'è uno che non ho messo in classifica, perché purtroppo era uscito a fine 2010. E non era in quella dell'anno precedente perché l'avevo ascoltato un po' tardi rispetto alla stesura della classifica. Nonostante questo, sarebbe stato nelle primissime posizioni sia nel 2010 che nel 2011, quindi mi è parso il caso di farne almeno una segnalazione.
Sto parlando di La macarena su Roma di Iosonouncane, all'anagrafe Jacopo Incani, che mi ha entusiasmato per qualità di testi e suoni.


In particolare, ancora dopo un anno, non riesco a non esaltarmi ogni volta che ascolto e mi ritrovo a canticchiare il seguente brano.


Ascoltate però anche il lungo brano che dà il titolo all'album, perché è sicuramente più indicativo di quello che è l'album.


Il mio consiglio è di ascoltare sì l'album, ma soprattutto di andarlo a sentire dal vivo alla prima occasione possibile, perché è davvero eccezionale, lui tutto solo con sintetizzatore e chitarra, in grado di proporre ogni volta uno spettacolo diverso (io l'ho già visto tre volte e non mi stanco mai).

giovedì 12 gennaio 2012

La Top 10 dei brani del 2011

Dopo la classifica degli album, arriva anche quella dei brani che più mi hanno sfiziato nel corso del 2011. Dieci brani, che vi faccio anche ascoltare, e che vi propongo dall'ultima alla prima posizione!

10. Dente - Rette Parallele

9. The Antlers - Every Night My Teeth Are Falling Out

8. Vinicio Capossela - Pryntyl

7. Thurstone Moore - Benediction

6. Paolo Benvegnù - Andromeda Maria

5. Bill Callahan - Drover

4. The National - Think You Can Wait

3. PJ Harvey - The Words That Maketh Murder

2. Fleet Foxes - The Shrine/An Argument

1. M83 - Midnight City

E con la scelta degli M83 al primo posto, mi trovo per una volta d'accordo con Pitchfork!
Il lungo brano dei Fleet Foxes alla posizione numero 2 si aggiudica invece anche il premio come mio videoclip musicale preferito dell'anno.

martedì 10 gennaio 2012

Il presidente Cantona?

Ho già scritto in passato della mia passione per Eric Cantona. Ieri ha iniziato a circolare la notizia di una sua candidatura per le presidenziali francesi.
In realtà (come fa notare anche Il Fatto Quotidiano), si tratta forse solo di una sua "presa in giro", di un tentativo di sensibilizzare gli altri candidati verso alcuni temi come la povertà e soprattutto il problema degli alloggi (vedete il video contenuto all'interno dell'articolo citato per capire meglio di cosa sto parlando).

In ogni caso, voi non lo votereste uno che sapeva fare cose così?


Vi terrò aggiornati.

lunedì 9 gennaio 2012

La Top 20 degli album del 2011

Uno dei momenti più divertenti di inizio anno è per me quello delle classifiche relative all'anno precedente! Quest'anno quella dei migliori album mi ha fatto penare parecchio, visto che nel 2011 ne ho ascoltati tantissimi... davvero troppi, forse! Come al solito, ve li presento in ordine inverso, dalla ventesima alla prima posizione, e senza commenti, che sarebbero superflui e inutili.

20. M83 - Hurry Up, We're Dreaming (Naïve)



19. dEUS - Keep You Close (PIAS)



18. Feist - Metals (Arts & Crafts)



17. Girls - Father, Son, Holy Ghost (True Panther)



16. The Rapture - In the Grace of Your Love (DFA)



15. Cults - Cults (In the Name Of)



14. Radiohead - The King of Limbs (self-production)



13. Thao & Mirah - Thao & Mirah (Kill Rock Stars)



12. Danger Mouse & Daniele Luppi - Rome (Parlophone)



11. Tennis - Cape Dory (Fat Possum)



10. Dente - Io tra di noi (Ghost)



9. The Antlers - Burst Apart (Transgressive)



8. Lykke Li - Wounded Rhymes  (LL)



7. Lamb - 5 (Strata Music)



6. Anna Calvi - Anna Calvi (Domino)



5. Thurston Moore - Demolished Toughts (Matador)



4. Paolo Benvegnù - Hermann (La Pioggia)



3. Tom Waits - Bad As Me (Anti-)



2. Fleet Foxes - Helplessness Blues (Sub Pop)



1. PJ Harvey - Let England Shake (Island)


E a vincere è una delle mie beniamine di sempre, PJ Harvey, che dopo un paio di album deludenti è tornata alla grande. Tra le cose rimaste fuori, invece, mi fa piacere citare in ordine sparso Wilco, Gruff Rhys, St. Vincent, The Drums, Cristina Donà, Arctic Monkeys, Beirut, Atlas Sound e Brunori S.a.s., i cui album ho ascoltato molto, ma che hanno mancato di poco l'ingresso in classifica.
La palma di peggior copertina, invece, almeno tra queste venti, spetta sicuramente ai Tennis: decisamente troppo Bee Gees. Meglio ascoltarli.