mercoledì 29 ottobre 2008

Le mie radici affondano nell'inquinamento

Soltanto una settimana fa gioivo per il fatto di avere di nuovo accesso a internet e di poter aggiornare il blog più spesso. E poi? Che è successo? Beh, internet in effetti mi è servito per smaltire un bel po' di lavoro arretrato che avevo.
In questa settimana, poi, mi sono ritrovato davanti in continuazione articoli e servizi sulla mia città (o meglio... sul mio capoluogo di provincia, ma essendo la città di mia madre e della famiglia di mia madre, la considero un po' anche la mia), ovvero Taranto. Tutto è partito da una nuova trasmissione di La7, che si chiama Malpelo ed è condotta da Alessandro Sortino (giornalista noto per la sua collaborazione con Le Iene). Nella prima puntata, il giornalista ha dedicato molto spazio alla terribile situazione di Taranto per quanto riguarda l'inquinamento e alle relative testimonianze. L'aria (e la terra e l'acqua...) è satura di elementi inquinanti come diossina, mercurio, benzene, piombo e chi più ne ha più ne metta. Già nel 2005 PeaceLink aveva sollevando il problema, sottolineando come l'8,8% dell'inquinamento europeo (e il 90,3% di quello nazionale) da diossina proviene da Taranto. O meglio, dall'Ilva di Taranto! Eh sì, perché tutto trae origine da questo mostro dell'industria moderna, che da decenni se ne frega di leggi e regolamenti in tema di inquinamento (e, incidentalmente, visto che ci siamo, anche di sicurezza sul lavoro). Un mostro che, come descritto nel bel romanzo di Girolamo De Michele intitolato Scirocco, quando arrivi a Taranto di sera con il treno sembra proiettarti nella Los Angeles di Blade Runner (ovviamente senza averne lo stesso fascino).


La tragica situazione appena descritta comporta un aumento delle morti per tumore o per leucemia (addirittura in fasce d'età piuttosto basse), senza contare poi il fatto che tutto ciò che viene coltivato o pescato o allevato nelle vicinanze dell'Ilva è da considerarsi non commestibile (con ulteriori gravi danni, quindi, alla già pessima situazione economica di Taranto).
Di questa situazione se n'è parlato ancora, in questi ultimi giorni, sulle pagine de La Nuova Ecologia come su quelle di Repubblica. Si tratta però di una situazione che va avanti da decenni e a cui nessuno sembra poter mettere fine. Colpa solo delle cattive amministrazioni locali (che purtroppo in città sono ormai un'abitudine)?

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