Fosse stato islamico, Andres Breivik avrebbe messo d'accordo tutti, con la sua strage. Visto che si tratta di un estremista cattolico, invece, bisogna in qualche modo coprirlo e concentrare la discussione su questioni collaterali (e a volte insignificanti).
Vittorio Feltri, per esempio, dalle pagine del Giornale, ha dichiarato:
"Cinque, sei, sette, dieci, quindici persone, e tutte disarmate, non sono in grado di annientare un nemico, per quanto agisca da solo, se questo impugna armi da fuoco.
Ma 50 – e sull’isola ce n’erano dieci volte tante – se si lanciano insieme su di lui, alcune di sicuro vengono abbattute, ma solo alcune, e quelle che, viceversa, rimangono illese (mettiamo 30 o 40) hanno la possibilità di farlo a pezzi con le nude mani."
Peccato che né Superman né Capitan America, nelle loro identità segrete, siano dei giovani laburisti norvegesi.
Dopo aver definito, pochi mesi fa, "un patriota" Ratko Mladić (il responsabile del massacro di Srebrenica e di svariati altri genocidi), invece, il parlamentare (quindi stipendiato da noi) della Lega Nord Mario Borghezio, ai microfoni di Radio24, ha detto:
Per il TG1 infine, la soluzione è semplice: è colpa dei videogiochi, ovviamente. Lo dimostra Virginia Lozito nel suo servizio:
Logico, no? Un tizio qualsiasi gioca a un videogioco e poi gli viene naturale uscire per strada ad ammazzare qualche centinaia di persone.
Come direbbe un mio amico, ormai la realtà ha superato la fantasia. Basterebbe definire Breivik per quello che è: un pazzo fottuto esaltato da distorte convinzioni religiose (in questo caso cattoliche).
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