Su questo blog non avevo ancora mai parlato di letteratura e mi pare sensato che, come prima volta, tocchi a Uomo nel Buio, ultimo romanzo del mio scrittore contemporaneo preferito, Paul Auster (pubblicato da Einaudi). Che si presenta, come raramente gli è capitato in passato, con un vero e proprio lavoro di impegno civile e politico. Il protagonista, August Brill è un critico letterario che, per cercare di evitare alla propria tragica esistenza, nell'oscurità di una notte insonne, immagina una storia, ambientata in un mondo parallelo in cui, dopo la constestata elezione di George W. Bush nel 2000, gli Stati Uniti sono stati spaccati da una nuova e sanguinosa guerra civile. Un romanzo appassionante, che fornisce uno spaccato dell'attuale situazione politica e sociale della nazione americana, senza evitare di soffermarsi sulle vicende private di un singolo cittadino e della sua famiglia, vittime della cattiva amministrazione del proprio paese ma anche simboli di una rinascita che si spera avrà prima o poi luogo. Quasi a voler dire che il sogno americano non è morto, ma che piuttosto si è, suo malgrado, adattato alle circostanze. Un romanzo appassionante, dicevo, che ho divorato in pochissime ore, come non mi capitava da molto. Oltre che per aver letto un ottimo racconto, il piacere è anche quello di aver scoperto che Auster non ha imboccato una parabola discendente, cosa che temevo dopo aver letto i romanzi immediatamente precedenti a questo.
Vi consiglio inoltre di vedere la bella intervista che, qualche settimana fa, Fabio Fazio ha realizzato con lo scrittore, all'interno, ovviamente, del programma Che tempo che fa. La trovate qui.
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