E' da un bel po' di tempo che su queste pagine non parlo di qualche mia lettura a fumetti particolarmente interessante. L'occasione si è presentata in questi giorni, dopo l'ennesima rilettura de I maestri dell'orzo, saga di Jean Van Hamme e Francis Vallès che racconta le vicende di una fittizia dinastia di maestri birrai belgi, gli Steenfort, nel corso di un secolo e mezzo di storia. Un tema classico per la letteratura, quello delle saghe familiari, basti pensare a I Buddenbrook di Thomas Mann o a Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez (o anche al mio adorato La famiglia Winshaw di Jonathan Coe, nonostante non copra un arco di tempo così esteso), ma di rado affrontato dal fumetto.
Si tratta senza dubbio di una storia appassionante, composta da 7 capitoli ognuno incentrato su un diverso membro della dinastia e ambientato in un'epoca diversa. Ad appassionare sono soprattutto i personaggi (principali e secondari), talmente umani da non aver paura di cambiare o di optare per scelte controverse, che spesso finiscono per renderli quanto più possibile distanti dallo stereotipo dell'"eroe" della narrativa classica. Si pensi alla figura di Margrit, determinata, passionale, ambigua, ma anche profondamente insicura, se andiamo a scavare nella sua personalità. Sullo sfondo, poi, scorre la storia del Belgio, che lentamente si trasforma da paese rurale a potenza coloniale, per poi attraversare (per nulla indenne) due guerre mondiali e ritrovarsi paese industrializzato. In questo percorso, la birra diviene un fattore importante di raccordo tra le diverse fasi.
E' interessante poi notare come la storia (che ha una struttura circolare molto marcata) accolga diversi stili di narrazione. Per ogni capitolo, infatti, Van Hamme ha optato per una differente struttura narrativa. Se il primo può infatti ricordare il romanzo ottocentesco d'appendice, un altro invece si occupa di intrighi economici (di cui Van Hamme è esperto, come dimostra l'altra sua serie capolavoro, Largo Winch), per chiudere con un capitolo che ricorda molto da vicino la narrativa americana novecentesca, da John Steinbeck in poi. Il tutto, però, mantenendo sempre in primo piano i personaggi, le loro evoluzioni caratteriali e gli intrighi familiari (dosati in maniera realistica, con molto gusto per il voyerismo ma senza troppe esagerazioni narrative).
I disegni di Vallès, poi, pur privi di particolari guizzi stilistici, si prestano alla narrazione in maniera esemplare, affrontandola con il dovuto rispetto e soffermandosi soprattutto sulle ottime caratterizzazioni dei personaggi e dei luoghi (che con il trascorrere del tempo subiscono un'evoluzione anche dal punto di vista grafico, ovviamente).
Una storia che consiglio di recuperare, quindi, o nell'ottima edizione dell'Eura in albi cartonati (ma dal prezzo contenuto), probabilmente più facile da reperire, oppure in quella de I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro (il numero 45), che raccoglie l'intera saga in un unico volume.
Si tratta senza dubbio di una storia appassionante, composta da 7 capitoli ognuno incentrato su un diverso membro della dinastia e ambientato in un'epoca diversa. Ad appassionare sono soprattutto i personaggi (principali e secondari), talmente umani da non aver paura di cambiare o di optare per scelte controverse, che spesso finiscono per renderli quanto più possibile distanti dallo stereotipo dell'"eroe" della narrativa classica. Si pensi alla figura di Margrit, determinata, passionale, ambigua, ma anche profondamente insicura, se andiamo a scavare nella sua personalità. Sullo sfondo, poi, scorre la storia del Belgio, che lentamente si trasforma da paese rurale a potenza coloniale, per poi attraversare (per nulla indenne) due guerre mondiali e ritrovarsi paese industrializzato. In questo percorso, la birra diviene un fattore importante di raccordo tra le diverse fasi.
E' interessante poi notare come la storia (che ha una struttura circolare molto marcata) accolga diversi stili di narrazione. Per ogni capitolo, infatti, Van Hamme ha optato per una differente struttura narrativa. Se il primo può infatti ricordare il romanzo ottocentesco d'appendice, un altro invece si occupa di intrighi economici (di cui Van Hamme è esperto, come dimostra l'altra sua serie capolavoro, Largo Winch), per chiudere con un capitolo che ricorda molto da vicino la narrativa americana novecentesca, da John Steinbeck in poi. Il tutto, però, mantenendo sempre in primo piano i personaggi, le loro evoluzioni caratteriali e gli intrighi familiari (dosati in maniera realistica, con molto gusto per il voyerismo ma senza troppe esagerazioni narrative).
I disegni di Vallès, poi, pur privi di particolari guizzi stilistici, si prestano alla narrazione in maniera esemplare, affrontandola con il dovuto rispetto e soffermandosi soprattutto sulle ottime caratterizzazioni dei personaggi e dei luoghi (che con il trascorrere del tempo subiscono un'evoluzione anche dal punto di vista grafico, ovviamente).
Una storia che consiglio di recuperare, quindi, o nell'ottima edizione dell'Eura in albi cartonati (ma dal prezzo contenuto), probabilmente più facile da reperire, oppure in quella de I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro (il numero 45), che raccoglie l'intera saga in un unico volume.
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