Arrivo in ritardo come sempre, lo so. Solo ieri sera son riuscito a leggere il primo numero di New Ultimate Spider-Man della Panini Comics, contenente le prime due storie con protagonista il nuovo Uomo Ragno di colore, Miles Morales, che ha sostituito il deceduto Peter Parker nell'universo alternativo Ultimate e tanto ha fatto discutere pochi mesi fa negli Stati Uniti e in Italia.
Quella del personaggio di colore è chiaramente una scelta commerciale, più che narrativa. Non potendo spremere più di tanto il Peter Parker originale (come cercato di fare, in parte, con One More Day), già la Marvel e Brian Michael Bendis avevano provato, un paio d'anni fa, a dare un taglio più "giovanile" alla sua versione Ultimate, anche con uno stile di disegno tendente al manga, ma con risultati non eccezionali. Le storie in questione, infatti, risultato tra le più fiacche della lunga gestione di Bendis sulla collana.
Allora la Marvel ha pensato bene di provare a cogliere due piccioni con una fava: cercare risalto mediatico con la morte di Peter Parker (obiettivo ampiamente raggiunto) e magari raccogliere qualche nuovo lettore con il nuovo Spider-Man, appunto, Miles Morales, teen ager forse ancora più giovane del personaggio creato da Stan Lee nel 1962 e, soprattutto, con padre afroamericano e madre ispanica.
Forse al pubblico italiano la questione colpirà di più, visto che la nostra non è ancora una società compiutamente multi-etnica, ma uno Spider-Man di colore potrebbe oggi essere parecchio credibile, visto che negli Stati Uniti le minoranze non sono più così tanto... minoranze, appunto. Se un ragno radioattivo mordesse davvero un ragazzo a caso, in effetti, ci sarebbero buone probabilità che il soggetto in questione sia portoricano, messicano o, appunto, afroamericano. Poi, probabilmente, per questa decisione ha avuto un ruolo importante anche la presenza, alla Casa Bianca, di un presidente di colore, Barack Obama.
Operazione di marketing, quindi, ma ben supportata da una storia di buonissima fattura. Mentre sulle varie serie dei Vendicatori Bendis è poco costante, su Ultimate Spider-Man ha sempre svolto un lavoro egregio, dimostrando di trovarsi particolarmente in sintonia con personaggi e ambientazioni. E queste prime due storie del nuovo corso confermano tale feeling, nonostante il cambiamento radicale. Le storie sono brillanti e raccontano la realtà contemporanea con particolare realismo, svecchiando il mito di Spider-Man pur senza tradirne lo spirito originario (anzi, ripristinandolo). E poi Miles è un personaggio a cui sarà probabilmente facile affezionarsi.
La serie parla infatti un linguaggio moderno e potrebbe di certo
attirare un pubblico più giovane di quello dei classici fumetti di supereroi...
perlomeno negli States.
A contribuire all'ottima riuscita sono stati senz'altro anche i disegni di Sara Pichelli (italiana, sì), creatrice grafica dei personaggi (e del nuovo costume, che adoro), a cui si devono il disegno qui sopra e il primo piano di Miles Morales più su (la copertina in alto invece è dell'altrettanto bravo Kaare Andrews). Sara è molto brava nel caratterizzare i personaggi e nel farli recitare, mettendo in scena al tempo stesso tavole dalla regia mai monotona, qualità che risalta ancora di più in questi primi episodi in cui il protagonista è ancora privo di costume. Vedremo come se la caverà quando sarà l'azione a farla da padrona.
In un periodo in cui le storie di supereroi mi stanno un po' stancando, la freschezza di questa serie potrebbe davvero concedermi un bel sollievo!
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