domenica 29 maggio 2011

Io però tifavo Manchester United

Sia chiaro: ha vinto la squadra più forte e anche quella che ha meritato di più nel corso della partita (erano anni che una squadra non dominava così), ma ieri sera, nella finale di Champions League tra Barcellona e Manchester United, io tifavo per quest'ultima.


Un po' perché ho sempre avuto simpatia per il Manchester, grazie alla passione per alcuni giocatori che ne hanno vestito la maglia, da George Best a Ryan Giggs,  passando per Eric Cantona (del quale parlavo anche qui). Ma anche perché ho sempre apprezzato il calcio di Alex Ferguson, che riesce a proporre sempre squadre molto compatte, con giocatori disposti a sacrificarsi in tutte le fasi di gioco (basti vedere il tipo di partita giocata anche ieri sera da Wayne Rooney). Giocando spesso bene anche senza bisogno di spiccate individualità, che sono sempre e comunque al servizio del gioco.


Dall'altra parte, invece, c'era una squadra insopportabilmente "simpatica". Chiamatemi bastian contrario, ma non mi piacciono i luoghi comuni, e ormai il Barcellona del bel gioco, della "cantera" e del fair play, per quanto lo è diventato a pieno titolo, finendo per nascondere ipocritamente alcune "stranezze". In primo luogo, il fatto che i giocatori blaugrana non siano poi così corretti come vogliono far credere. José Mourinho ultimamente l'ha sottolineato più volte. In modo troppo acceso e colorito, come suo solito, però, sotto sotto, non ha tutti i torti: simulazioni, modi di fare arroganti... per i neo-campioni d'Europa sono cose all'ordine del giorno.
Senza contare che la squadra negli ultimi anni è stata parecchio agevolata dagli arbitri. Clamorosa fu la vittoria scippata in semifinale al Chelsea nella Champions League del 2008/2009 (poi vinta). Ma anche lo scorso anno con l'Inter qualche scelta arbitrale, soprattutto nella partita di ritorno, lasciò perplessi, nonostante poi la squadra italiana avesse passato il turno.


E poi c'è la questione doping, che da metà anni Novanta ciclicamente rispunta fuori. Di certo in Spagna la lotta al doping non è particolarmente efficace come in altri Paesi (Francia su tutti). Pur volendo lasciare da parte un tipo sicuramente poco affidabile come Eufemiano Fuentes (che potrebbe aver avuto legami anche con alcune squadre di calcio), di certo ci sono altre vicende che dovrebbero far pensare. Mi riferisco per esempio all'innaturale crescita muscolare avuta da Lionel Messi (senza dubbio il più forte giocatore del mondo in questo momento) qualche anno fa tra una stagione e l'altra (così come era avvenuto un decennio prima con Ronaldo), fatto che sarebbe alla base dei continui infortuni muscolari del giocatore, dato che la muscolatura non è cresciuta di pari passo a quella ossea.


La mia sarà anche facile dietrologia, ma a me questi spagnoli stanno sinceramente antipatici.

mercoledì 25 maggio 2011

And the winner is...

Se Barack Obama ha vinto il Premio Nobel per la Pace e Lionel Messi il Pallone d'Oro 2010... perché allora Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, non può vincere il Premio Hemingway sezione giornalismo per l'attività svolta nel corso dell'ultimo anno?


Tutto vero, anche se Repubblica e Corriere (da bravi quotidiani comunisti) hanno cercato di oscurare la notizia.
Ah, un attimo... a dispetto del nome altisonante, a giudicare dall'albo d'oro del premio, l'eccezione non è costituita da Sallusti, ma piuttosto da Gianni Brera, Enzo Biagi, Curzio Maltese e pochissimi altri, dal 1985 a oggi. Nulla di cui stupirsi... in fin de' conti è come se Tiziano Ferro vincesse un MTV Music Award.

martedì 24 maggio 2011

70 anni di Bob Dylan

Oggi il mio menestrello preferito compie 70 anni! Auguri Bob!

 
Ovviamente ci vuole anche un po' di musica. Questi sono alcuni dei miei brani preferiti, tra quelli scritti e suonati da Dylan (in ordine sparso).




Chissà perché, poi, su YouTube è così difficile trovare i brani originali (o in versione live) di Dylan.

venerdì 20 maggio 2011

Ipse dixit - Joe Strummer

"Penso che la gente dovrebbe sapere che noi dei Clash siamo anti-fascisti, contro la violenza, siamo anti-razzisti e per la creatività. Noi siamo contro l'ignoranza".
Joe Strummer


lunedì 16 maggio 2011

Ma chi sono, Silvio Berlusconi?

Da qualche settimana ho iniziato a guardare una nuova sit-com americana, in stile Friends, che si intitola Happy Endings. C'è il personaggio di colore, quello omosessuale, la coppia che si lascia ma non in modo definitivo, la ragazza single in cerca di un marito... insomma, tutti gli stereotipi del genere. Dopo sette episodi ancora non ho capito se mi piace o meno.


Fatto sta, in ogni caso, che vedendo la quinta puntata, mi sono trovato di fronte a una scena che mi ha lasciato un po' esterrefatto. Il segmento in questione si trova anche in rete, ma prima forse è necessario un breve preambolo: la prima ragazza da destra della foto qui sopra rimorchia in un locale un tipo italiano (per il quale hanno scelto un attore non italiano, cosa che si capisce benissimo dal modo posticcio in cui parla e gesticola) e scopre di saper parlare benissimo la nostra lingua solo se ubriaca. A questo punto accade quello che potete vedere qui sotto.


Quello che mi colpisce è il fatto che una battuta simile provenga non da un programma satirico, dove potresti aspettartela, ma in una banale sit-com per famiglie. Segno che evidentemente le avventure extra-parlamentari del nostro Primo Ministro sono entrate a far farte in modo deciso anche della cultura popolare di altri paesi, oltre che della nostra (anzi, forse anche più che della nostra).

lunedì 9 maggio 2011

Zack e Miri

Un paio di mesi fa, pensando che ormai non arrivasse più in Italia, ho cercato e visto in lingua originale un film di Kevin Smith del 2008, intitolato Zack and Miri Make a Porno. Si tratta di una gradevolissima commedia nel classico stile del regista e autore americano, quindi intelligente, volgare e nerd friendly. E poi gli attori (in particolare il protagonista maschile, Seth Rogen) sono molto bravi a calarsi in ruoli difficili da interpretare con il giusto equilibrio, senza andare sopra le righe.


La scorsa settimana, invece, quando sono andato a vedere Thor, ho scoperto che, con ben tre anni di ritardo, questo film sta per essere distribuito anche in Italia (da giugno). Il titolo scelto per la versione nostrana di certo non rientra tra quelli più pesantemente alterati (come Eternal Sunshine of the Spotless Mind/Se mi lasci ti cancello), però è stato comunque edulcorato in un tremendo "Zack & Miri - Amore a... primo sesso" (ma in fondo anche negli States il film ha avuto numerosi problemi a causa della presenza della parola "porno" nel titolo).
Per curiosità sono andato anche a cercarmi il trailer, eccolo qui.


Così come era tra l'altro avvenuto per il succitato bellissimo film di Michel Gondry, a quanto pare si è cercato di banalizzare il film, spacciandolo per una commedia romantica, con tanto di musichetta in tema. Però il film è molto carino, quindi vale la pena andarlo a vedere. Certo, forse (ancor più del solito) varrebbe la pena vederlo in originale, visto che temo una pesante censura nel doppiaggio.
A proposito di censura, la locandina che vedete più sopra è stata ostracizzata negli Stati Uniti e utilizzata solo in Canada. Per ironizzare sulla vicenda, Smith e produttori hanno diffuso altre locandine particolarmente creative, come le seguenti.



Eh sì, credo che Kevin Smith sia davvero un fottuto genio, sia quando realizza pellicole come questa, sia quando, nei ritagli di tempo, si mette a scrivere fumetti.


giovedì 5 maggio 2011

Thor al cinema

Bel film, quello dedicato al biondo Dio del Tuono della Marvel. Epico, coinvolgente e appassionante, così come un film del genere dovrebbe essere. Avevo un po' paura di annoiarmi, visto che il fantasy solitamente mi fa questo effetto, ma questo film si addentra solo di striscio nel genere, concentrato com'è dall'inizio alla fine sull'aspetto supereroistico del personaggio. In realtà, il regista Kenneth Branagh e la sua squadra sono stati molto bravi nel mixare in modo ottimale scene d'azione con scene più tranquille, la Terra con Asgard, la serietà (a volte shakespeariana) con l'ironia.


Ho apprezzato in particolare due cose: la sceneggiatura, che è riuscita a evitare il difetto di molti film di questo genere, costretti a dilungarsi sulle origini del personaggio di turno (anche se Thor, non dovendo acquisire in alcun modo i propri poteri, partiva avvantaggiato), e l'immaginario kirbyano con cui si è scelto di rappresentare Asgard, più fantascientifico che fantasy, molto fantasioso e astratto, in grado di comunicare un'armoniosa imponenza.


Non mi è piaciuto invece il modo in cui sono stati caratterizzati i personaggi di contorno, come Sif e i Tre Guerrieri, che finiscono per avere scarsa consistenza e dimostrarsi poco più che macchiette. Del resto, però, era difficile trovare il giusto spazio per tutti in una sceneggiatura concentrata su Thor e Jane Foster, su cui però giganteggia un ottimo Tom Hiddleston nei panni di Loki, l'ennesimo cattivo che ruba la scena all'eroe di turno, come era già successo di recente, per esempio, con Heath Ledger/Joker in Il Cavaliere Oscuro.


Per quanto non sia un gran attore, poi, c'è da rilevare quanto Chris Hemsworth sia perfetto nei panni di Thor. Più che "trovato", sembra essere stato "creato" apposta per questo ruolo!
Parlando invece di "fonti di ispirazione", ho notato che gli autori hanno preso un po' dal Thor versione Ultimate di Mark Millar, abbastanza dalla lunga saga (una delle mie preferite) di Walt Simonson e un paio di idee anche dalla versione del Dio del Tuono ideata da Dan Jurgens. Si nota però molto anche la mano di J. Michael Staczynski, che di recente aveva ridato smalto al personaggio nei fumetti e che è stato giustamente chiamato a collaborare alla stesura del soggetto del film.


Insomma, Thor non è di certo tra i miei supereroi Marvel preferiti (un po' per l'aspetto spesso fantasy delle sue storie, un po' per la scarsa simpatia del personaggio in sé), ma questo film potrebbe diventare uno dei miei superheroes movies preferiti, al pari di X-Men 2, Spider-Man 2 e Il Cavaliere Oscuro (ma per stabilirlo con certezza, vorrei prima rivederlo tra qualche mese).
E il film sui Vendicatori si avvicina sempre più!

lunedì 2 maggio 2011

La morte non è per sempre

Basta, gli Americani mi hanno stufato. Credono di potermi fregare un'altra volta? Ormai lo so che quando un personaggio muore, poi ritorna in vita qualche mese dopo. Negli ultimi mesi l'ha fatto la Marvel con Steve Rogers/Capitan America, per esempio.


Capitan America, addirittura, è stato creduto morto quelle 7-8 volte, durante la sua carriera.
Non dimentichiamoci poi che anche la DC Comics ha fatto lo stesso con Bruce Wayne/Batman, di recente.


E questi sono solo i ritorni in scena dopo una presunta morte più celebri degli ultimi tempi, ma se ne potrebbero elencare a decine!
E ora vogliono farmi credere che la morte di Bin Laden non sia solo l'ennesima operazione commerciale, come era già successo nel 2002 e nel 2007, quando poi sarebbe tornato sulla scena a minacciare l'Occidente? Almeno potevano scegliere un artista migliore, non uno che rielabora le fotografie con Photoshop, come un Greg Land qualsiasi.


Bah!

domenica 1 maggio 2011

Beato lui


Le vignette di Andrea Pazienza sono davvero senza tempo.

Secondo Repubblica, stamattina in Piazza San Pietro a Roma, per la beatificazione di Giovanni Paolo II, c'era un milione di persone festanti, ad attorniare la salma riesumata del papa che ha sconfitto il comunismo. E pensare che la Chiesa Cattolica considera l'idolatria come un grave peccato già dal Medioevo.

Tra l'altro, anche 11 anni fa, per il Primo Maggio, a Roma c'era un milione di persone in piazza, ma almeno in quel caso l'ospite internazionale era un po' meno imbalsamato.