martedì 4 giugno 2013

Come Sir James Matthew Barrie (o quasi)

Scrivere per i bambini è davvero divertente. Mi ritrovo sempre a sghignazzare da solo davanti al computer mentre invento e descrivo le scene più buffe. E poi è strano cercare di capire se al me stesso bambino certe cose sarebbero piaciute. Be', solitamente, la risposta è sì. Penso, per esempio, che mi sarei divertito molto a leggere un romanzo come quello che io e il sodale Francesco Matteuzzi abbiamo scritto alcuni mesi fa e che è uscito da un paio di settimane per DeAgostini Libri: Le nuove avventure di Peter Pan!


Come si può intuire dagli strilli in copertina, la storia è tratta da un episodio dell'omonima serie animata in onda già da tempo su DeA Kids. Con ampie modifiche, però, per permettere a chi l'ha già visto di goderne appieno, come se fosse una storia nuova.
Ecco, probabilmente tra i lettori di questo mio blog in pochi saranno interessati a questo libro... però io ne vado ugualmente orgoglioso. Semmai, regalatelo a figli, nipoti e cugini!

giovedì 16 maggio 2013

Fedele alla linea

Approfittando della Festa del cinema, sono andato a vedere il documentario di Germano Maccioni sul tanto discusso Giovanni Lindo Ferretti, leader e cantante dei CCCP e dei CSI, gruppi che hanno influito molto sulla mia formazione, musicale e non solo. Un uomo tanto apprezzato in passato ma che ultimamente mi è parecchio scaduto a causa delle sue dichiarazioni sull'aborto e su altri temi "etici" da militante della chiesa cattolica (e reazionario) quale sembra essere diventato.
Visto quanto le sue canzoni hanno significato per me, un'occasione ho voluta darla a questo Fedele alla linea. E devo ammettere di essere rimasto parecchio soddisfatto.


Innanzitutto perché si tratta di un documentario realizzato molto bene. Commovente, nel suo insieme. Bucolico, per la maggior parte del tempo. Sobrio, nella sua voglia di mettere in luce un uomo apparentemente contraddittorio e mai banale. E poi ho capito anche una cosa fondamentale. In mezzo a discorsi su cavalli, famiglia, musica e pastorizia, il tema della religione ha una forte coerenza. Si tratta pur sempre di convinzioni personali, spesso campate in aria, quasi sempre opinabili e a volte ingiustificabili, ma coerenti con il personaggio e con l'uomo (che in Ferretti coincidono fortemente). Insomma, se ne può discutere, ma quel "Fedeli alla linea" dei primi anni Ottanta sembra essere diventato il manifesto programmatico di tutta l'intera esistenza di quest'uomo, ed è stato giustamente adattato a titolo di questa semi-biografia. Non è detto poi che questo sia necessariamente un pregio, sia chiaro. Sto solo dicendo che ora mi sembra tutto più lineare.
Al di là di tutto, comunque, per quanto mi riguarda, in primo piano rimane pur sempre la musica. E quando, dopo pochi minuti, è partita In viaggio (tratta da Ko de mondo, uno degli album che più ho consumato in vita mia), mi sono fatto cogliere dalla pelle d'oca.


martedì 14 maggio 2013

Alla fine arriva... Berlusconi

Si dice che due indizi non facciano una prova. Tre, invece? Negli scorsi anni, Silvio Berlusconi, con le sue vicende di donne e festini, è diventato protagonista di battute in due popolari sit-com, Happy Endings e New Girl. Ne avevo già parlato rispettivamente qui e qui (se volete rivedere i video), e sottolineavo come il fatto che il nostro caro ex-Presidente del Consiglio sia entrato in questo modo a far parte della cultura popolare statunitense dovrebbe farci riflettere molto.
E' un po' come quando in Italia si scherzava sulle vicende di Bill Clinton e Monica Lewinsky... ma con proporzioni decisamente differenti, considerando le dimensioni del nostro Paese rispetto agli Stati Uniti (la cui gente, oltretutto, viene sempre accusata di essere molto poco a conoscenza di cosa c'è al di fuori dei propri confini nazionali).
La scorsa settimana si è aggiunto un terzo caso, quando una battuta su Berlusconi è andata in onda in un episodio di un'altra sit-com ormai particolarmente longeva, How I Met Your Mother. Ecco qui il video in questione, sottotitolato.


Direi che non c'è bisogno bisogno di aggiungere altro. Anzi, sì. Ovvero che da noi, invece, in televisione, viene trasmesso uno speciale che racconta il caso Ruby cercando di mettere in buona luce quel vecchio marpione. La satira non è gradita.
Ne approfitto, inoltre, per sottolineare come How I Met Your Mother sia la più importante sit-com degli ultimi dieci anni. Vera e unica erede di Friends, di cui ha preso l'idea di base e l'ha modernizzata, raccogliendo tutte le più importanti novità introdotte in seguito (in particolare da Scrubs), con un pizzico di nerdismo e un approccio post-moderno. E in più, tra i protagonisti, c'è quello che probabilmente è il miglior personaggio della storia recente della TV, ovvero Barney Stinson.


Insomma, come mi piace definirla spesso, HIMYM sta alle sit-com come Watchmen sta al fumetto americano (e questo paragone lo capiranno in pochi, probabilmente). Non lasciatevi ingannare dal brutto titolo italiano (Alla fine arriva mamma)!

giovedì 9 maggio 2013

Iron Man 3

Dopo diverse settimane di vuoto, ho una scusa per costringere a riprendere gli aggiornamenti di questo blog: ieri sera ho visto Iron Man 3! Un film che viene dopo un primo episodio ben riuscito e molto divertente e un  sequel molto meno riuscito anche se gradevole (e soprattutto dopo l'incredibile The Avengers). E questo terzo capitolo?


Be', diciamo subito che è un film fatto piuttosto bene, divertente, con buone scene d'azione, una sceneggiatura ben calibrata e ben recitata (Robert Downey Jr. non stupisce più, ma in questo caso al suo fianco ci sono anche gli ottimi Ben Kingsley e Guy Pierce). Un buon action movie, quindi.
Ecco, la questione è tutta qui: più che di un "classico" (ormai non si sfugge) film di supereroi, si tratta di un "semplice" action movie. E questo comporta diversi problemi. Innanzitutto, il vero protagonista del film è Tony Stark e non Iron Man (cioè l'eroe senza il super). La sceneggiatura, però, si concentra troppo sui meccanismi narrativi, cercando di sorprendere lo spettatore e di tenere in modo coerente le fila di tutto quanto il regista Shane Black e il suo staff ci hanno messo dentro, perdendo di vista i personaggi e riducendo il tutto a un semplice scontro tra "buoni" e "cattivi".


Difficile da spiegare bene senza spoilerare nulla, ma ci provo. Questa eccessiva attenzione per la trama  e i colpi di scena finisce per affliggere i personaggi in un modo ben preciso: li priva di miticità. Li rende quasi macchiette, in alcuni casi, azzerando l'epicità che un film con personaggi dotati di superpoteri secondo me dovrebbe avere e privando il film di momenti da pelle d'oca (a parte una scena all'inizio dello scontro finale, con l'arrivo di un vero e proprio esercito di Iron Man). Quasi come se mancasse l'amore per i personaggi e la loro storia (ecco, potrebbe sembrare una cosa molto nerd... ma in realtà si può dimostrare passione anche in modo equilibrato, come fatto per esempio da Christopher Nolan con la sua trilogia di Batman).


La risoluzione finale, inoltre, mi ha lasciato un po' interdetto. Un po' perché scontata, un po' perché eccessivamente sopra le righe.
Insomma, si sarà capito: non mi sono annoiato, ma sono rimasto un po' deluso da questo Iron Man 3 (e, prima che qualcuno lo pensi... sì, in fin dei conti il riassunto di tutto è "non mi piace perché è poco nerd").

P.S. Anche in questo caso la produzione ha piazzato una scena dopo i titoli di coda, ed è molto divertente, visto che riprende uno dei personaggi meglio riusciti dell'intera Phase One di film prodotti dai Marvel Studios.

mercoledì 27 febbraio 2013

Il volto dell'ingovernabilità

Si può discutere quanto si vuole del flop del PD e della sua cronica incapacità a raccogliere consensi. Si può insultare a non finire coloro che si ostinano a votare Silvio Berlusconi nonostante venti anni di nefandezze. Si può ponderare all'infinito sul ruolo del Movimento 5 Stelle e di Beppe Grillo per il presente e per il futuro. Però, è indubbio che l'ingovernabilità ha un solo volto. Quello qui sotto.


giovedì 14 febbraio 2013

Il ciclismo secondo Marco Pantani

Ogni anno, ormai, il 14 febbraio dedico un piccolo spazio a uno dei miei miti sportivi, quel Marco Pantani che è scomparso proprio in questa data del 2004. E quest'anno il ricordo del Pirata assume forse tutto un altro significato, visto il momento difficile che il ciclismo sta vivendo, tra gli scandali riguardanti icone passate dello sport come Lance Armstrong e Mario Cipollini. Perché, mentre gli altri hanno quasi distrutto il ciclismo, Pantani è finito per diventare vittima di questo sistema.


Si badi bene, non è mia intenzione affermare che Marco fosse pulito e che non imbrogliasse anche lui (anche se occorre specificare, visto che a volte sembra non essere proprio chiaro, che lui non è mai stato trovato positivo a un controllo antidoping). Era solo un ragazzo rassegnato all'andare delle cose, che non ha mai negato la realtà e non si è mai dimostrato arrogante riguardo alle questioni di doping con chi, dall'esterno, gli chiedeva in proposito. E che quasi sembrava cercare le vittorie non per gloria, soldi e fama come tutti gli altri, ma per dare sfogo alla propria sofferenza.
A questo punto, però, preferisco riportare un estratto scritto dal grande giornalista Gianni Mura per la prefazione al fondamentale libro Gli ultimi giorni di Marco Pantani di Philippe Brunel.

"La diversità di Pantani era nella sua sensibilità, che esprimeva in una lingua non banale, quasi lirica (la "torrida tristezza" dell'ultimo messaggio), spesso spiazzante: «Vado forte in montagna per abbreviare la mia agonia».
Solo dopo la morte di Pantani mi sono reso conto che da professionista aveva vinto trentaquattro corse in tutto. Merckx ne vinceva di più in una stagione sola. Ma se Pantani è ancora ricordato e amato, è per come vinceva, non per quanto vinceva.
Vittorie quasi tutte in solitudine, quasi tutte senza un gesto di gioia sul traguardo, senza un sorriso per i fotografi e lo sponsor. Molti ciclisti sono stati abili nel mascherare la sofferenza (degli ultimi, Indurain e Armstrong) mentre Pantani la esibiva, la regalava, era parte fondamentale del rituale d'attacco.
Quasi mai dalla seconda o terza ruota, come consiglierebbe l'esperienza dei vecchi, ma dalla testa del gruppetto, che tutti vedessero. Mai di sorpresa, ma lanciando segnali: via il berrettino, via la bandana, una volta via perfino un orecchino prezioso, una ricerca di nudità agonistica.
Ma Merckx, per dire, era un atleta perfetto e quando pedalava sembrava di ascoltare la Cavalcata delle Valchirie. Pantani andava su di forza, sghembo, la testa pelata inquadrata dalle orecchie a sventola.
Sembrava un arrotino, un postino, un ragazzo che scappa su una bici non sua, e se musica sembrava di ascoltare era di fisarmonica, ma in un crescendo vertiginoso.
Pantastique, commentavano i francesi. Era un esperanto, Pantani, un linguaggio condiviso, qualcosa di remoto, di non ancora visto, un Godzilla proveniente da qualche abisso, da sotto la crosta terrestre."

mercoledì 30 gennaio 2013

Ipse dixit - I tifosi del Manchester City


“Oooh Balotelli, è un attaccante, è bravo a freccette, ha una allergia all’erba ma quando gioca è fottutamente bravo, va in giro per il Moss Side con un portafoglio pieno di soldi.”
Coro dei tifosi del Manchester City


giovedì 17 gennaio 2013

La Top 10 dei fumetti del 2012

Come promesso, anche se con un po' di ritardo, eccomi giunto all'ultima classifica dell'anno, dedicata ai 10 migliori fumetti inediti (avete già visto invece quella delle riedizioni?). Devo confessare di aver fatto fatica a stilare la classifica, perché nel corso del 2012 sono uscite molte cose interessanti, che si distanziavano l'una dall'altra in maniera minima. Di seguito comunque ci sono le mie proposte, dalla decima alla prima!

10
New Ultimate Spider-Man di Brian Michael Bendis, Sara Pichelli e altri (Panini Comics)


Pur essendo una serie probabilmente studiata a tavolino coinvolgendo esperti di marketing, si tratta di una delle novità più fresche e originali dell'ultimo anno supereroico (ne avevo già parlato qui). Miles Morales (il nuovo Uomo Ragno di colore) è un personaggio a cui è facile affezionarsi, le storie raccontano il presente più della media del panorama americano attuale e Sara Pichelli è perfettamente adatta alla serie, con il suo tratto realistico. E poi, gli elementi alla base del mito dell'Uomo Ragno ci sono tutti.

9
Moby Dick di Herman Melville e Bill Sienkiewicz (NPE)


La storia la conosciamo tutti, ma è sempre un piacere rileggerla. Il vero punto di forza del libro sono però le splendide illustrazioni espressioniste di Sienkiewicz, in grado di rendere come pochi altri con il giusto impatto grafico, senza risultare pleonastico, i tormenti di personaggi già ben delineati dallo stesso Melville attraverso l'uso delle parole. Ogni tavola sarebbe da appendere in una galleria d'arte. Brava poi la NPE a non lasciarsi tentare da una carta più lucida: quella opaca adottata trattiene infatti meglio le tonalità scure impresse sulle pagine dall'autore.

8
La Lega degli Straordinari Gentlemen: Century di Alan Moore e Kevin O'Neill (Bao Publishing)


C'è chi sostiene già da anni che Moore sia ormai bollito. D'accordo, sono lontani i tempi di opere innovative come Watchmen o From Hell, ma quando lo sceneggiatore barbuto decide di raccontare una storia, lo fa sempre con la giusta determinazione, offrendoci quanto meno intrattenimento di alto livello. Se solo si decidesse a variare un po' di più i temi delle storie, piuttosto che tirare in ballo sempre gli stessi elementi... Libro comunque tecnicamente ineccepibile, per qualità di sceneggiatura e disegno.

7
Topolino e gli Ombronauti di Casty (Walt Disney Italia)


Presentata sui numeri 2972 e 2973 di Topolino, questa storia varrebbe una posizione così alta in classifica già solo per il merito di aver recuperato un personaggio fondamentale come Atomino Bip Bip. A questo, però, aggiungiamo anche la straordinaria capacità di Casty di raccontare storie allo stesso tempo avvincenti e divertenti, in cui non mancano nemmeno accenni alla realtà (anche politica, cosa che nei periodici Disney non avviene praticamente mai). In tutto e per tutto, un bell'omaggio a Romano Scarpa, di cui Casty è forse l'unico vero erede.

6
Sweet Salgari di Paolo Bacilieri (Coconino Press/Fandango)


Il punto di forza di questo libro sono senz'altro i disegni. Bacilieri è uno dei migliori disegnatori italiani e oltretutto qui sperimenta un tratto più sintetico e con meno "fronzoli" rispetto ai lavori precedenti, che risulta particolarmente elegante e permette una lettura più immediata e coinvolgente, necessaria per addentrarsi nella vita di Emilio Salgari, scrittore dalla fervida immaginazione ma dalla vita ordinaria. La storia, ottimamente raccontata, è comunque apprezzabile per lo spiccato romanticismo con cui mescola realtà e fantasia, offrendo comunque uno profilo piuttosto crudo dell'autore che forse più di tutti ha segnato l'immaginario italiano.

5
La Bambina Filosofica: Houston, abbiamo un problema di Vanna Vinci (Rizzoli-Lizard)


Cinica, nichilista, asociale, sagace... sono gli aggettivi che meglio calzano alla Bambina Filosofica, protagonista di una delle poche strisce contemporanee in grado di continuare la tradizione ormai quasi del tutto perduta di Mafalda o Calvin & Hobbes. Un divertissement di ottima fattura, senza troppe inutili morali ma con tanta divertente causticità (e poi la confezione, a partire dagli acidi colori di copertina, è molto bella).

4
The Walking Dead di Robert Kirkman e Charlie Adlard (saldaPress)


Più ne leggo, più ne voglio. Nonostante le tantissime pagine già pubblicate, Kirkman riesce ancora a tenere il lettore sulla corda con la necessaria tensione, proponendo situazioni sempre nuove e interessanti e facendo evolvere i personaggi di pagina in pagina. E dimostrando sempre più, con ripetuti pugni allo stomaco, come i veri mostri siano gli umani, piuttosto che gli zombi, qui quasi invisibili. Adlard, poi, con i suoi disegni, riesce a descrivere alla perfezione la disumanità di tale squallore e al tempo stesso creare tensione narrativa. Senza TWD, il fumetto americano sarebbe molto più triste.

3
Nonnonbâ di Shigeru Mizuki (Rizzoli-Lizard)


Un'opera pubblicata in Giappone negli anni Settanta, ma che ancora oggi ha una potenza narrativa davvero straordinaria. Mizuki ci racconta del Giappone e dei suoi tanti spiriti in modo poetico ma realistico, offrendoci uno spaccato di un'epoca (gli anni Trenta) che non esiste più (purtroppo, per certi versi). Il racconto, in parte autobiografico, ha infatti un forte sapore nostalgico che permette di far adagiare il lettore comodamente nella lettura, divertendolo e incuriosendolo. Una storia con diversi piani di lettura, quindi, ma che esalta principalmente il potere della fantasia.

2
ABC di Ausonia (Coconino Press/Fandango)


Una fiaba contemporanea, raccontata con una sensibilità magistrale. ABC parla di persone e di sentimenti, e di come questi condizionino la vita umana fin oltre ogni volontà. Lontano da sperimentalismi estremi, Ausonia sembra quasi voler riassaporare il piacere della matita, donandoci personaggi indistinti dal punto di vista grafico, ma che ben si stagliano sullo scenario della rurale provincia italiana da lui delineata. Una storia che colpisce allo stomaco per la crudezza e il realismo con affronta il passaggio dall'adolescenza all'età adulta, pur attraverso personaggi di "fantasia" come i mezzi-morti con cui la protagonista deve interagire. Un vero e proprio romanzo di formazione, nonché il libro che più mi ha emozionato nel corso del 2012 (e che, in più, presenta una sceneggiatura davvero eccellente, dal punto di vista tecnico).

1
Una vita tra di margini di Yoshihiro Tatsumi (Bao Publishing)


Letteralmente, un pezzo di storia del fumetto giapponese. Una storia che racconta, implicitamente, di come Tatsumi abbia ricambiato il favore ai manga, che avevano cambiato la sua vita, cambiando la loro per sempre. Un'opera realizzata in maniera magistrale, con il tratto incerto dovuto alla tarda età dell'autore che regala emozioni vignetta dopo vignetta. Perché, anche tramite le imperfezioni artistiche, Tatsumi è riuscito a infondere tutto se stesso nella sua storia, trasformando la propria vita in un racconto ricco di colpi di scena, di alti e bassi, ma soprattutto di umanità. Quasi un saggio storico che insegna anche come raccontare tramite il fumetto. Un libro importante, per qualità e quantità, forse l'unico tra quelli pubblicati nel 2012.

Un podio quasi interamente occupato dai libri giapponesi, quindi, nel 2012. Chi l'avrebbe mai detto? Scherzi a parte, visto che fuori da questa classifica sono rimaste cose piuttosto interessanti, mi permetto di segnalarne altre dieci, tutte classificate a un ideale undicesimo posto. In ordine sparso: Grandville Mon Amour di Bryan Talbot (Comma22), Un polpo alla gola di Zerocalcare (Bao Publishing), Semplice di Stefano Simeone (Tunué), Shanghai Devil di Gianfranco Manfredi e disegnatori vari (Sergio Bonelli Editore), Daredevil di Mark Waid, Pablo Rivera e Marcos Martin (Panini Comics), Dracula di Bram Topker di Bruno Enna e Fabio Celoni (Walt Disney Italia), Saga di Brian K. Vaughan e Fiona Staples (Bao Publishing), Inside Moebius vol. 1 di Moebius (Comicon Edizioni), Umbrella Academy: Dallas di Gerard Way e Gabriel Bà (Magic Press).
Cosa ne pensate? Quali sono state le vostre letture preferite del 2012?

mercoledì 16 gennaio 2013

La prima neve dell'anno

Quand'ero ragazzino e vivevo al sud, passavo gli inverni a sperare che nevicasse, sognavo di non andare a scuola e fare pupazzi di neve sul terrazzo di casa dei miei genitori. Ora che sono adulto e vivo al nord, spero invece che non nevichi, che le strade siano sgombre e percorribili.
Però, appena iniziano a cadere i primi fiocchi veri, mi ritrovo comunque con il naso all'insù, mentre dentro di me un ragazzino freme parecchio per uscire a giocare.



venerdì 11 gennaio 2013

Il camerata Beppe Grillo

Avevo promesso per oggi la classifica dei migliori fumetti del 2012, ma ho bisogno di fare una veloce  (ma sentita) divagazione su Beppe Grillo. Diciamo che è uno sfogo per quanto mi porto dentro da mesi e che cresce ogni volta che sento qualcuno a sinistra corteggiare il Movimento 5 Stelle oppure dichiararsi a suo favore.
Ecco, mi voglio rivolgere a tutte queste persone. Andate a rileggervi i libri di storia, per favore (non quelli voluto dalla Gelmini, però). E' tutto già scritto lì: l'abolizione dei partiti, la chiusura dei giornali (e dei telegiornali) non schierati, l'autarchia, l'epurazione dei dissidenti, l'aggressività e la mancanza di contraddittorio, il populismo qualunquista... avete già fatto due più due da soli? Altrimenti, dopo l'immagine troverete la soluzione.


Sì, le dichiarazioni sui migranti e sulla cittadinanza ai figli di questi, l'apertura ai fascisti di Casa Pound avvenuta proprio ieri e altre cose che non mi vengono in mente in questo momento... sono tutte dimostrazioni di un problema che non mi pare del tutto irrilevante: Grillo non è propriamente di sinistra, anzi. A me pare proprio un fascista fatto e compiuto.
E io, che prima di qualsiasi altra cosa sono antifascista, non ho mai nemmeno minimamente pensato di votare lui o il suo Movimento. E mi stupisco della gente che si definisce di sinistra e che pensa di allearsi con lui o anche solo di votarlo.

giovedì 10 gennaio 2013

La Top 5 dei fumetti del 2012 (categoria riedizioni)

Ed eccomi giunto alle classifiche fumettistiche, sicuramente le più importanti per quanto mi riguarda. Domani mi occuperò dei fumetti inediti usciti nel corso del 2012, oggi invece un piccolo (ma sostanzioso) antipasto con le ristampe.

5
La Casta dei Meta-Baroni - L'integrale di Alejandro Jodorowski e Juan Gimenez (Magic Press)


Meno male che c'è la Magic Press, con il suo piano di ristampe integrali dell'opera di un grande come Jodorowski. Oltre ai Meta-Baroni, non bisogna dimenticare anche la recente ripubblicazione dell'Incal (con i disegni Moebius). Così, pur trattandosi di una serie recente, non possiamo non essere contenti di poter ammirare ancora una volta il genio immaginifico dello scrittore di origine cilena, trasformato in immagini dal tratto incantevolmente lezioso di Gimenez, in un'edizione integrale e di pregio.

4
Lo Sconosciuto - Edizione integrale di Magnus (Rizzoli-Lizard)

Non si tratta di un'edizione definitiva (il cambio di formato non giova del tutto alle storie), ma resta pur sempre un libro molto importante. Perché propone per la prima volta, tutta insieme, una delle serie più belle di Magnus (con all'interno anche un capolavoro vero come "L'uomo che uccise Ernesto Che Guevara"), una delle opere più adatte a dimostrare come la distinzione tra fumetto popolare e fumetto d'autore sia sopravvalutata.

3
Hicksville di Dylan Horrocks (Black Velvet Editrice)


Una dichiarazione d'amore al fumetto proveniente dalla Nuova Zelanda. Forse a causa del distacco (fisico) dalle piazze fumettistiche che contano, il libro di Horrocks è romantico, a tratti poco lucido nel comunicare le proprie emozioni (ed è un bene, sia chiaro, dato che riesce a creare maggiore coinvolgimento), ma senza perdere mai di vista un formalismo pratico ed essenziale.

2
Nick Fury, Agente dello S.H.I.E.L.D. Omnibus di Stan Lee, Jack Kirby, Jim Steranko e altri (Panini Comics)


Dopo tantissimi anni di attesa, finalmente i Marvel fan (e non solo) possono ammirare di nuovo le innovative storie di Jim Steranko, che negli anni Sessanta hanno stabilito nuovi standard qualitativi per le serie supereroiche, introducendovi la pop art e le nuove tendenze artistiche di quel periodo. Storie ancora oggi avvincenti che mettono in risalto la straordinaria visionarietà del disegnatore americano. In più, ci sono anche alcuni racconti disegnati dal "Re" Jack Kirby. Il resto sembrerebbe di troppo, ma almeno fa contenti i completisti.

1
Ranxerox - L'integrale di Stefano Tamburini e Tanino Liberatore (Comicon Edizioni)


Stefano Tamburini era un genio. Oggi questa parola è abusata, ma lui lo era davvero. E Ranxerox è un importantissimo pezzo di storia del fumetto italiano (anzi, internazionale, considerando l'influenza che ha avuto anche in Francia e Stati Uniti). Ancora più prezioso, se consideriamo che è a tutti gli effetti una delle poche cose che purtroppo "Tamburo" ci ha lasciato in eredità. Storie ciniche e allucinate, disegnate perlopiù da un Liberatore efficacemente fotorealistico, che raccontano uno spaccato di realtà apparentemente senza tempo. Grazie alla neonata Comicon Edizioni per aver colmato questa grossa mancanza.

Altre cinque ristampe fuori classifica che meritano comunque una menzione? In ordine sparso: Black Orchid di Neil Gaiman e Dave McKean (Lion Comics), Topolino nella Valle Infernale di Floyd Gottfredson (Rizzoli-Lizard), Black Kiss di Howard Chaykin (Magic Press), Thor Omnibus di Walter Simonson (Panini Comics) e Tex il Grande! di Claudio Nizzi e Guido Buzzelli (NPE).
A domani con la classifica degli inediti!

venerdì 4 gennaio 2013

La Top 10 dei brani del 2012

Avete già spulciato la classifica dei miei album preferiti del 2012? Bene, perché ora tocca alla Top Ten dei miei brani preferiti dell'anno appena concluso. Enjoy them!

10. Lo Stato Sociale - Mi sono rotto il cazzo

9. Rover - Queen of the Fools

8. Yeasayer - Reagan's Skeleton

7. Grizzly Bear - Yet Again

6. Bruce Springsteen - Rocky Ground

5. Spiritualized - So Long You Pretty Thing

4. Beach House - Lazuli

3. Tame Impala - Feels Like We Only Go Backwards

2. Chromatics - Kill for Love

1. dEUS - The Soft Fall

Quindi quest'anno il primato va in Belgio! Okay, forse questo non è il brano migliore di sempre dei dEUS, ma di sicuro mi ha preso testa, cuore e pancia come nessun altro, durante il 2012. E poi mi è piaciuto molto anche il video (anche se il preferito, tra questi, è quello psichedelico dei Tame Impala).


Appuntamento al prossimo anno con le classifiche musicali, sperando in un 2013 più interessante di questo perlopiù deludente 2012!

mercoledì 2 gennaio 2013

La Top 20 degli album del 2012

Eccomi giunto all'ormai consueto appuntamento con le classifiche, cosa che mi diverte sempre moltissimo. Iniziamo dalla musica e, in particolare, dagli album. Come amo ripetere sempre, non sono un critico, perciò la classifica è fatta semplicemente a orecchio. Dall'ultima alla prima posizione... che il countdown abbia inizio!

20. Rover - Rover (Cinq 7)

19. Passion Pit - Gossamer (Frenchkiss)

18. Dum Dum Girls - End of Daze (Sub Pop)

17. Cat Power - Sun (Matador)

16. Afterhours - Padania (Germi)

15. La Sera - Sees the Light (Hardly Art)

14. Margot and the Nuclear So and Sos - Rot Gut, Domestic (Mariel)

13. M. Ward - A Wasteland Companion (Merge)

12. Purity Ring - Shrines (4AD)

11. Lotus Plaza - Spook Action at a Distance (Kranky)

10. Diaframma - Niente di serio (self-production)

9. Tennis - Young and Old (Fat Possum)

8. dEUS - Following Sea (PIAS)

7. DIIV - Oshin (Captured Tracks)

6. Tame Impala - Lonerism (Modular)

5. Spiritualized - Sweet Heart Sweet Light (Double Six)

4. Beach House - Bloom (Sub Pop)

3. Grizzly Bear - Shields (Warp)

2. Bruce Springsteen - Wrecking Ball (Columbia)

1. Chromatics - Kill for Love (Italians Do It Better)

Bello bello bello, l'album dei Chromatics, con i suoi suoni dark e minimalisti, tanto da riuscire a battere addirittura un mostro sacro come il Boss.
Pur avendo ascoltate tante belle cose, nella media il 2012 è stato comunque un anno piuttosto deludente, dal punto di vista musicale. Speriamo di rifarci in questo 2013, che dai primi annunci promette di avere molto appeal.
Tra due giorni, in ogni caso, appuntamento anche con la classifica dei migliori brani dell'anno!