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giovedì 16 maggio 2013

Fedele alla linea

Approfittando della Festa del cinema, sono andato a vedere il documentario di Germano Maccioni sul tanto discusso Giovanni Lindo Ferretti, leader e cantante dei CCCP e dei CSI, gruppi che hanno influito molto sulla mia formazione, musicale e non solo. Un uomo tanto apprezzato in passato ma che ultimamente mi è parecchio scaduto a causa delle sue dichiarazioni sull'aborto e su altri temi "etici" da militante della chiesa cattolica (e reazionario) quale sembra essere diventato.
Visto quanto le sue canzoni hanno significato per me, un'occasione ho voluta darla a questo Fedele alla linea. E devo ammettere di essere rimasto parecchio soddisfatto.


Innanzitutto perché si tratta di un documentario realizzato molto bene. Commovente, nel suo insieme. Bucolico, per la maggior parte del tempo. Sobrio, nella sua voglia di mettere in luce un uomo apparentemente contraddittorio e mai banale. E poi ho capito anche una cosa fondamentale. In mezzo a discorsi su cavalli, famiglia, musica e pastorizia, il tema della religione ha una forte coerenza. Si tratta pur sempre di convinzioni personali, spesso campate in aria, quasi sempre opinabili e a volte ingiustificabili, ma coerenti con il personaggio e con l'uomo (che in Ferretti coincidono fortemente). Insomma, se ne può discutere, ma quel "Fedeli alla linea" dei primi anni Ottanta sembra essere diventato il manifesto programmatico di tutta l'intera esistenza di quest'uomo, ed è stato giustamente adattato a titolo di questa semi-biografia. Non è detto poi che questo sia necessariamente un pregio, sia chiaro. Sto solo dicendo che ora mi sembra tutto più lineare.
Al di là di tutto, comunque, per quanto mi riguarda, in primo piano rimane pur sempre la musica. E quando, dopo pochi minuti, è partita In viaggio (tratta da Ko de mondo, uno degli album che più ho consumato in vita mia), mi sono fatto cogliere dalla pelle d'oca.


giovedì 9 maggio 2013

Iron Man 3

Dopo diverse settimane di vuoto, ho una scusa per costringere a riprendere gli aggiornamenti di questo blog: ieri sera ho visto Iron Man 3! Un film che viene dopo un primo episodio ben riuscito e molto divertente e un  sequel molto meno riuscito anche se gradevole (e soprattutto dopo l'incredibile The Avengers). E questo terzo capitolo?


Be', diciamo subito che è un film fatto piuttosto bene, divertente, con buone scene d'azione, una sceneggiatura ben calibrata e ben recitata (Robert Downey Jr. non stupisce più, ma in questo caso al suo fianco ci sono anche gli ottimi Ben Kingsley e Guy Pierce). Un buon action movie, quindi.
Ecco, la questione è tutta qui: più che di un "classico" (ormai non si sfugge) film di supereroi, si tratta di un "semplice" action movie. E questo comporta diversi problemi. Innanzitutto, il vero protagonista del film è Tony Stark e non Iron Man (cioè l'eroe senza il super). La sceneggiatura, però, si concentra troppo sui meccanismi narrativi, cercando di sorprendere lo spettatore e di tenere in modo coerente le fila di tutto quanto il regista Shane Black e il suo staff ci hanno messo dentro, perdendo di vista i personaggi e riducendo il tutto a un semplice scontro tra "buoni" e "cattivi".


Difficile da spiegare bene senza spoilerare nulla, ma ci provo. Questa eccessiva attenzione per la trama  e i colpi di scena finisce per affliggere i personaggi in un modo ben preciso: li priva di miticità. Li rende quasi macchiette, in alcuni casi, azzerando l'epicità che un film con personaggi dotati di superpoteri secondo me dovrebbe avere e privando il film di momenti da pelle d'oca (a parte una scena all'inizio dello scontro finale, con l'arrivo di un vero e proprio esercito di Iron Man). Quasi come se mancasse l'amore per i personaggi e la loro storia (ecco, potrebbe sembrare una cosa molto nerd... ma in realtà si può dimostrare passione anche in modo equilibrato, come fatto per esempio da Christopher Nolan con la sua trilogia di Batman).


La risoluzione finale, inoltre, mi ha lasciato un po' interdetto. Un po' perché scontata, un po' perché eccessivamente sopra le righe.
Insomma, si sarà capito: non mi sono annoiato, ma sono rimasto un po' deluso da questo Iron Man 3 (e, prima che qualcuno lo pensi... sì, in fin dei conti il riassunto di tutto è "non mi piace perché è poco nerd").

P.S. Anche in questo caso la produzione ha piazzato una scena dopo i titoli di coda, ed è molto divertente, visto che riprende uno dei personaggi meglio riusciti dell'intera Phase One di film prodotti dai Marvel Studios.

lunedì 10 settembre 2012

Batman: Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno

Ci sono opere il cui commento positivo è dettato più dal coinvolgimento e da altri fattori emotivi piuttosto che dalla qualità tecnica. Opere che procurano quindi soddisfazione più per i contenuti che per la forma. E Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno è proprio una di queste. Sia chiaro, non stiamo parlando di un film realizzato con i piedi. Semplicemente di un film con pochi difetti, ma evidenti, che finiscono però in secondo piano rispetto alla grandeur messa in scena dal regista Christopher Nolan e dai suoi collaboratori.


Difetti presenti principalmente nella sceneggiatura e nel montaggio, visto che la scansione temporale degli eventi funziona spesso male e che nella trama ci sono un paio di forzature piuttosto evidenti.
Per il resto, si tratta di 165 minuti che scorrono in modo avvincente e appassionante, grazie soprattutto al lavoro sui personaggi. Questo terzo capitolo della trilogia di Nolan, infatti, è molto più corale dei precedenti, incentrati sulla crescita di Batman, il primo, e sul triangolo fra l'Uomo Pipistrello, il Joker e Harvey Dent, il secondo. In questo caso, invece, i comprimari riescono a ritagliarsi molto più spazio. Ed ecco così emergere la figura tormentata del Commissario Gordon, interpretato ancora una volta dal solito, grande, Gary Oldman, accanto al quale non sfigura la new entry Joseph Gordon-Levitt, nei panni del giovane detective John Blake, che quasi, a un certo punto, sembra diventare il vero protagonista della storia.


E poi ci sono i due "cattivi" della situazione, sui quali prima della visione ero piuttosto scettico. In primis perché non mi convinceva il ruolo di Bane come antagonista principale, forse perché memore della sua rappresentazione nel pessimo Batman & Robin di Joel Schumacher, forse perché non si tratta di certo di un personaggio di primo piano, visto come sia sempre risultato avulso dall'universo di Batman più classico, quello popolato dai Joker e dai Due-Facce, personaggi dicktracyani e con una forte spinta psicologica dietro. E invece è proprio questo che gli ha permesso di calarsi benissimo nelle atmosfere costruite da Nolan. In uno scenario alla No Man's Land (saga a fumetti del 1999), Bane diventa un perfetto alfiere dell'anarchia e del caos, tra l'altro molto ben interpretato dal bravo Tom Hardy (che, avendo recitato già in passato ruoli piuttosto "fisici", si trova molto bene a portare sullo schermo un personaggio reso inespressivo dalla maschera), e il perfetto strumento di collegamento con il primo capitolo della trilogia (cosa che a un personaggio con alle spalle una storia e una caratterizzazione più definita non sarebbe riuscita così bene, forse).


Ero prevenuto anche nei confronti di Anne Hathaway, che, pur apprezzando molto fisicamente, non riuscivo a visualizzare bene nel ruolo di Catwoman, per la quale invece avrei preferito una donna più matura e passionale. E anche qui ho dovuto ricredermi. L'universo nolaniano, infatti, più tendente alla fantascienza che al grottesco, è di certo più adatto a una Donna Gatto più conturbante che "porca" (se mi passate il termine). E a renderla tale è anche il costumino vintage, alla Julie Newmar, che indossa (senza contare le numerose inquadrature dalle "spalle", soprattutto quando il personaggio è in moto).
Peccato però che i personaggi siano doppiati tutti piuttosto male, in particolare Bane (dall'attore Filippo Timi), caratterizzato da un tono eccessivamente enfatico ed "effettato" inspiegabilmente lontano da quello della versione originale (in cui la voce è semplicemente quella di un uomo con una mascherata davanti alla bocca).


La cosa che mi ha entusiasmato maggiormente, comunque, è che questo film, per quanto in sé sia molto bello, acquisisce valore se accostato ai due precedenti. Sì, perché fornisce compiutezza all'intera trilogia, cosa alquanto inaspettata se si considerano i prodotti simili precedenti, e fa risaltare ulteriormente il valore di Batman Begins e Il Cavaliere Oscuro (come se ce ne fosse bisogno), visto che mette in chiaro il fatto che ogni episodio di questa saga è un piccolo passo verso il grande finale. Un lungo percorso apprezzabile in ogni sua tappa, ma che si esalta nella sua organicità. Cosa che in nessuna delle trilogie supereroistiche (e forse anche non) precedenti era mai riuscita.
Preso singolarmente, Il Cavaliere Oscuro, tutto superbamente incentrato sul tema del "doppio" e impreziosito da un fantastico Heath Ledger/Joker, è forse il migliore dei tre, ma questo suo seguito non sfigura di certo.

giovedì 17 maggio 2012

Chronicle: un film inutile

Ancora cinema, ancora supereroi (più o meno). Chronicle infatti parla di tre ragazzi di un liceo americano che assumono dei superpoteri tramite una misteriosa "cosa" simil-extraterrestre e che non li usano per fare del bene o del male, ma semplicemente per cazzeggiare. Cosa molto realistica, in fin dei conti. Uno spunto carino, anche se non molto originale, per un film però piuttosto inutile.


Ricorda un po' Misfits, la bella serie della BBC, ma senza una trama. Sì, perché negli 83 minuti di film non succede davvero nulla, se non negli ultimi 10 circa. E quello che viene raccontato è di una banalità sconcertante (il ragazzo timido con padre ubriaco e madre malata, il giocatore di football popolarissimo, il casinista che mostra il suo lato gentile per conquistare una ragazza... e poi - piccolo SPOILER - pure il personaggio di colore che muore per primo). E' un film in cui si ha sempre la sensazione sgradevole (considerati gli evidenti propositi di realismo) che le cose succedano perché devono succedere, e che gli eventi, piccoli o grandi, vengano liquidati in maniera grossolana, a partire dall'acquisizione dei poteri da parte dei ragazzi, inspiegata e inspiegabile: i protagonisti non riescono a scoprire nulla su di essi perché il suddetto "coso" si trova su un terreno franabile, su cui non possono mettere piede. Sul serio?
Gli effetti speciali, poi, sono davvero pessimi, soprattutto nella battaglia finale (e sì, perché c'è anche una battaglia finale, ovviamente), in cui si nota quanto siano falsi i personaggi che svolazzano tra i grattacieli di Seattle. Salverei solo una bella scena di volo tra nuvole e aerei.


Il film è girato da Josh Trank come se fosse un documentario (e scopro l'esistenza di un termine apposito: mockumentary). Uno dei protagonisti gira sempre con una telecamera in spalla e quindi la storia è raccontata prevalentemente dal suo punto di vista... e questo ha pienamente senso, considerando che vuole registrare gli eventi straordinari che sta vivendo. E quando lui non ha con sé il suo strumento, ce ne sono altri pronti: prevalentemente telecamere di sicurezza, ma anche personaggi femminili inseriti a forza che filmano tutto per il proprio blog. Ogni tanto, però, questo gioco stilistico si perde incomprensibilmente, e in alcune scene non c'è traccia di alcuna videocamera, anche se per poco.
Una pellicola che probabilmente vuole sfruttare il fenomeno dei supereroi al cinema senza pagare diritti per properties già esistenti. Ma anche una pellicola da evitare, senza dubbio!


P.S. La sceneggiatura è di Max Landis, figlio di John. Il che dimostra che, probabilmente, il talento non è ereditario (anche se un solo film è poco per poter giudicare bene).

giovedì 10 maggio 2012

Diaz - Don't clean up this blood

Diaz - Don't clean up this blood di Daniele Vicari è davvero un pugno nello stomaco! Probabilmente non racconta nulla che non sia già stato scritto o detto, ma un conto è leggere o sentire i racconti di certe vicende, un conto è vederle rappresentate.


Non è tanto per le scene più "splatter", poche, quanto per la crudezza del racconto, che ti spinge a chiederti quanto di quello messo in scena sia reale o romanzato, tra situazioni surreali e dialoghi allucinanti. E purtroppo è tutto vero, ben documentato e ripreso dai verbali dei processi riguardanti i fatti avvenuti nella scuola Diaz e nella caserma del Bolzaneto durante e dopo il G8 di Genova del 2001, dove manifestanti, giornalisti e avventori occasionali subirono vere e proprie torture.
Nonostante il realismo del racconto, Diaz rimane comunque più film che documentario, grazie alle microstorie di tanti personaggi (inventati) inseriti nel contesto storico, che contribuiscono anche a dare una maggiore profondità emotiva al lungometraggio.


Prima di vederlo, in effetti, mi chiedevo a cosa potesse servire un film rivolto probabilmente quasi solo a chi quelle vicende le conosceva già, ma Diaz si offre principalmente come un'opera di intrattenimento e non documentativa. Un'opera realistica, disturbante, che richiede molta attenzione, certo, ma che appassiona e che non annoia mai, nonostante le due ore abbondanti.
L'unico difetto che mi viene in mente (ma ce ne saranno sicuramente altri, magari dal punto di vista tecnico, che non sono stato in grado di notare) è quello di aver voluto mettere troppo in risalto il lato umano dei singoli poliziotti, con i loro pregi e difetti, pur nella loro mostruosità, mettendoli in primo piano rispetto agli altri personaggi. Un modo, forse, per cercare di mitigare possibili polemiche (che in effetti non sono mancate).


venerdì 27 aprile 2012

The Avengers: recensione critica

Dopo la recensione nerd (necessaria per un film del genere), provo a dire la mia sul film dei Vendicatori con maggiore spirito critico. Rimane intatto, ovviamente, il giudizio positivo sul film, ben scritto e mai noioso, che viaggia a metà strada tra la versione classica del gruppo e quella "estrema" degli Ultimates. Insomma, si tratta davvero di un buon film d'azione e di certo di uno dei migliori film di supereroi, se non altro per la quantità di materiale offerto con un'unica pellicola.


Certo non si tratta di un film esente da difetti. Pur essendo attenta ai particolari (soprattutto nell coreografie delle battaglie), la sceneggiatura presenta alcune forzature e un paio di passaggi non ben spiegati, che lasciano un po' perplessi. E anche la risoluzione finale risulta un po' fiacca, nella sua estrema semplicità.
Però, al tempo stesso, lo script garantisce un'invidiabile armonia tra momenti drammatici e comici, tra scene d'azione e di riflessione, facendo tenere un ottimo ritmo al film e non annoiando mai lo spettatore. In particolare, la grande battaglia finale è un crescendo di emozioni (pur senza un apice all'altezza, come detto), in cui le coreografie entusiasmano nella loro chiarezza e linearità (cosa non scontata, con così tanti personaggi in scena). Inoltre, nel complesso, non era per nulla facile riuscire a garantire una buona caratterizzazione di tutti i personaggi, vista la grande quantità. E invece a Joss Whedon e soci bastano poche scene e poche battute per definirli al meglio e presentarli in modo esaustivo ma senza ridondanza per chi avesse già visto i cinque film precedenti.


Quelli che ne beneficiano di più sono i personaggi che erano stati caratterizzati in modo più approssimativo nei "prequel", ovvero Capitan America (che nonostante l'orrido costume fuga ogni dubbio sulla sua leadership), la Vedova Nera e Occhio di Falco (per quest'ultimo, in particolare, è stato ritagliato un ruolo appropriato nella prima metà di pellicola che gli ha permesso di non rimanere schiacciato dai pezzi grossi). Tony Stark/Robert Downey Jr., invece, è talmente rodato che brilla già di suo, mentre Thor è l'unico personaggio forse un po' in ombra.
Una menzione particolare la merita Mark Ruffalo, chiamato a intepretare ben due ruoli, quello di Bruce Banner (un uomo tormentato sempre sul punto di esplodere) e quello di Hulk (un gigante furioso in motion capture). Il suo risulta uno degli Hulk più convincenti di tutti i tempi, anche quando si ritrova protagonista di alcuni siparietti comici.


Per tutti i fan dei personaggi, poi, The Avengers riserva più di una sopresa e davvero tante emozioni, dal primo all'ultimo minuto. Anzi, anche dopo, grazie all'ormai immancabile scena posizionata dopo i titoli di coda, che garantisce trepidazione sicura in attesa del sequel, anche se prima ci saranno Iron Man 3, Thor 2, Capitan America 2 e chissà che altro. Questo anche grazie a effetti speciali non straordinari ma efficaci e nonostante una colonna sonora non particolarmente epica.
Due perplessità, infine: la prima è legata al 3D, che mi è sembrato inutile e mal realizzato, nonostante le mie scarse competenze in materia; la seconda riguarda traduzione e doppiaggio, tutt'altro che di ottima fattura (ho notato un paio di errori linguistici e inoltre temo che abbiano anche mancato alcuni false friend).

giovedì 26 aprile 2012

The Avengers: recensione nerd

OMG! Credo che The Avengers sia il miglior film di supereroi di tutti tempi! Epico, divertente, emozionante, da brividi lungo la schiena!


Un film leggendario e mai noioso, in cui i personaggi parlano e agiscono proprio come le loro controparti di carta (in particolare Capitan America, carismatico e fuori dal tempo, ben interpretato da un finalmente convincente Chris Evans), e che strizza in continuazione l'occhio ai fan della serie a fumetti. Il regista Joss Whedon (grande fan degli X-Men, di cui ha anche scritto un ciclo di episodi) e gli sceneggiatori dimostrano di conoscere le storie dei più potenti eroi della Terra, con citazioni dalla loro primissima avventura (firmata da Stan Lee e Jack Kirby), ma anche dagli Ultimates (i Vendicatori alternativi) di Mark Millar e Bryan Hitch (a partire dai Chitauri, che tuttavia risultano parecchio trasfigurati).
Una citazione particolare per le due protagoniste femminili del film: Scarlett Johansson, che ha interpretato una Vedova Nera meno seducente ma meglio caratterizzata rispetto a Iron Man 2, e soprattutto Cobie Smulders, la Robin Scherbatsky di How I Met Your Mother (la migliore sit-com di sempre) nei panni di Maria Hill, uno degli agenti dello S.H.I.E.L.D.
Peccato solo per un'inspiegabile scelta di traduzione: il titolo del film è rimasto "The Avengers", come in originale, e ci può stare, soprattutto se nel corso di esso si parla anche di "progetto Avengers". Però allora i protagonisti perché si autodefiniscono "Vendicatori"?
Dopo l'immagine, i tre momenti da pelle d'oca che secondo me regala questo film. SPOILER ALERT per chi non l'ha ancora visto!


1. Capitan (e non Captain) America che si mette a dare ordini al gruppo... Hulk compreso! In poche battute, nonostante l'orrido costume, Cap raggiunge uno spessore caratteriale che gli era mancato in tutto un intero film a lui dedicato.

2. L'apparizione di Thanos nella consueta scena post-titoli di coda (anche se io avevo già immaginato, durante il film, che sarebbe stato proprio lui il villain misterioso che si nasconde dietro a Loki).

3. Iron Man che, durante la battaglia contro i Chitauri in piena New York, fa rimbalzare i raggi repulsori sullo scudo di Capitan America... momento clou dello scontro finale (insieme a un'epica battuta proferita da Bruce Banner appena prima di trasformarsi in Hulk ed entrare in azione: "Io sono sempre arrabbiato").

E ora... aspettiamo con ancora maggiore trapidazione The Avengers 2, no?

P.S. Possibile che non si siano ricordati di far gridare a Capitan America, nemmeno nella battaglia finale, un "Vendicatori uniti"?

lunedì 16 aprile 2012

Aspettando The Avengers (il film) #5

Il momento si avvicina, e io sono ufficialmente pronto: ho preso il biglietto per l'anteprima del 24 aprile!


A proposito invece di cose divertenti, mi è piaciuto molto questo mash up tra The Avengers e Friends, sit-com degli anni Novanta tanto cara a tanti (tra cui il sottoscritto).


E c'è anche un magnifico montaggio con I'll Be There For You dei Rembrandts, in stile Friends, appunto!


Per quanto riguarda il film vero e proprio, tra spot, trailer, clip e featurette, credo che ormai abbiamo già visto l'intero film. Vi propongo i video per me più interessanti, con due scene vere e proprio (casualmente incentrate sui due personaggi femminili... la seconda è in americano ed è tratta dal David Letterman Show).



Puff! Pant! Ci siamo quasi!

giovedì 5 aprile 2012

Aspettando The Avengers (il film) #4

Sono sempre stato appassionato di Lego, in particolar modo dell'utilizzo creativo che spesso ne viene fatto (come ho già avuto modo di raccontare anni fa). Ho accolto con un sorriso quindi la locandina del film dei Vendicatori ripensata in stile Lego.


In più, la Lego ha creato una serie di giocattoli ispirati ai personaggi del film. Sono talmente carini che mi viene voglia di collezionarli, anche se non sono un fan di action figure e roba varia (e speriamo che ne facciano anche un videogioco, come già avvenuto per Batman e tanti altri).


Nonostante il costume del film faccia schifo, tra questi il mio preferito è Capitan America, che è stato anche dotato di una moto.


Tornando al film vero e proprio, qualche giorno fa è stato diffuso un nuovo trailer... proveniente dall'est Europa, credo dalla Polonia (se qualcuno può confermarlo o smentirlo, che faccia pure), che mostra alcune scene finora inedite. Questo trailer è incentrato soprattutto sulla Vedova Nera... forse perché è nata nell'ex-Unione Sovietica?


A quanto pare, invece, hanno preparato un trailer per ognuno dei personaggi principali, ma credo che questo sia l'unico con scene nuove.

martedì 20 marzo 2012

Aspettando The Avengers (il film) #3

Pensavo che gli unici supereroi in voga in Giappone fossero quelli pacchiani alla Megaloman o Ultraman.


E invece pare che anche il film dei Vendicatori sia molto atteso nel Paese del Sol Levante! Di seguito, la locandina in versione giapponese.


Fa davvero molto "Power Rangers", vero?
Tra l'altro, nel trailer giapponese ci sono diversi spezzoni che non erano presenti nella versione occidentale.


E finalmente è possibile vedere (e sentire), anche se fugacemente, Cobie Smulders/Maria Hill!

venerdì 9 marzo 2012

Aspettando The Avengers (il film) #2

Ricordate i cartoni animati Marvel degli anni Sessanta, quelli realizzati ricalcando con i lucidi e animando (per modo di dire) i fumetti originari di Stan Lee e Jack Kirby?


Qualche genio con molto tempo a disposizione ha preso immagini sparse da quelle serie e le ha montate, aggiungendoci l'audio del trailer di The Avengers diffuso pochi giorni fa.


Certo che lo spermatozoo gigante nel finale fa parecchia impressione, eh? E Nick Fury arriva dritto dagli anni Novanta (come fare, altrimenti?). Però trovo il tutto davvero molto divertente.

lunedì 5 marzo 2012

Trent'anni senza John Belushi

Pochi attori comici hanno avuto un impatto tale sull'immaginario collettivo da divenire icone, soprattutto di certo non con una produzione sconfinata (perlomeno nel cinema). John Belushi, di cui oggi ricorre il trentennale dalla morte, con la sua comicità fisica, spontanea e viscerale, è tra questi.


Tra i miei film preferiti di tutti i tempi ce ne sono ben due interpretati da lui, anche grazie ai suoi personaggi. Mi riferisco ad Animal House e a Blues Brothers, entrambi diretti da John Landis. Ma anche i suoi sketch al Saturday Night Live sono indimenticabili. Piuttosto che spiegare il perché di questa mia passione per Belushi, preferisco dimostrarlo con i suoi video (visto che i suoi sketch erano anche ideati da lui stesso, oltre che interpretati).







giovedì 1 marzo 2012

Aspettando The Avengers (il film) #1

Cresce l'attesa per il film di questa annata che il nerd dentro di me freme maggiormente di vedere. Ho pensato quindi di inaugurare una rubrica aperiodica che funga quasi da countdown verso il 25 aprile.


Ieri è stato diffuso un nuovo lunghissimo trailer, che ha fatto aumentare di parecchio la salivazione.


Ho l'impressione che, nonostante lo star power costituito dagli eroi, Loki non reciterà un ruolo secondario nemmeno questa volta.

P.S. Il costume di Capitan America è terribilmente brutto.

venerdì 4 novembre 2011

This Must Be the Place

Non dico che sia un brutto film, anzi. Tecnicamente è forse ineccepibile (per quel poco che ne posso capire io) e al centro di tutto c'è uno Sean Penn straordinario come sempre, in grado di reggere benissimo l'intero film sulle proprie spalle. Però a fine proiezione ero decisamente perplesso.


Non so spiegare bene perché. Semplicemente This Must Be the Place non mi ha lasciato nulla. Forse perché tra i vuoti che Paolo Sorrentino è bravissimo (come al solito) a dirigere, non ho trovato nulla di coinvolgente. Forse perché i personaggi di contorno, che dovrebbero contribuire a definire il protagonista e a dare vigore alla trama, sono troppo fugaci.
La colonna sonora di David Byrne, però, è splendida.


lunedì 10 ottobre 2011

Strange People (prima parte)

La mia prima storia a fumetti pubblicata risale al 2002. Dato che Medicina Nucleare, la casa editrice che l'ha data alle stampe, non esiste più, e l'albo che la conteneva è ormai introvabile, ho deciso di pubblicarla su questo blog, divisa però in 4 parti (come i relativi capitoli che la compongono), non tanto per creare pathos, quanto per non allungare troppo questo post e per avere anche spazio per raccontare qualche retroscena.
La storia in questione si chiama Strange People (il titolo deriva da questo brano dei Doors), è disegnata da Raffaele Marinetti, ed è un noir ambientato nella New York del 1936, in pieno New Deal rooseveltiano. Nel periodo in cui l'ho scritta ero parecchio in fissa per i vecchi film in bianco e nero.
Ecco la copertina un po' kafkiana con cui venne pubblicata.


Strange People è raccontata al contrario, quindi il primo capitolo, che potete leggere qui sotto, descrive il finale, per poi andare a ritroso nel tempo alla scoperta delle motivazioni che hanno portato a questa scena.
Non fate caso al brutto font utilizzato per il lettering: errori di gioventù.
Dopo le tavole, troverete qualche ulteriore annotazione.
Ogni capitolo è incentrato su un personaggio in particolare, il primo su un killer tedesco emigrato negli Stati Uniti e appassionato di cinema. Nelle mie intenzioni, voleva rappresentare metaforicamente la fuga all'estero dei registi tedeschi (su tutti Fritz Lang) per sfuggire al regime nazista. Dal cinema espressionista tedesco, tra l'altro, il personaggio prende i nomi utilizzati nelle sue apparizioni (non saprei dire neppure io come si chiami in realtà).

Nella seconda parte, on line tra qualche giorno, si scoprirà invece chi è stato il mandante dell'omicidio del povero Greg Potter.

Leggi qui la seconda parte.

venerdì 7 ottobre 2011

X-Men: L'inizio

Dei tre film con personaggi Marvel usciti nelle sale prima dell'estate, avevo visto quelli dedicati a Thor e a Capitan America, ma avevo perso X-Men: L'inizio, prequel dei due film diretti da Bryan Singer e distribuiti tra il 2000 e il 2003 (il terzo capitolo della saga, di Brett Ratner, è talmente brutto e insignificante da poter essere tranquillamente dimenticato).
Approfittando dell'uscita in dvd, quindi, un paio di sere fa ho deciso quindi di recuperarlo, spinto anche dai commenti positivi raccolti in questi mesi.


E in effetti si tratta davvero di un buon film, ben sceneggiato (grazie anche al forte contributo di Singer, che ha dimostrato ancora una volta la sua passione per i personaggi) e ben interpretato, almeno per quanto riguarda i ruoli principali. Un film tutto giocato sul triangolo composto da un giovane Charles Xavier, un vendicativo Erik Lehnsherr/Magneto e un ambizioso Sebastian Shaw, che vorrebbe sottomettere l'umanità ai mutanti.
Ho apprezzato molto il gusto vintage con cui è stato realizzato il film (ambientato negli anni Sessanta), anche grazie a un'adeguata colonna sonora. Per metà film, tra l'altro, il film sembra un film di spionaggio alla 007, anziché un classico film con i supereroi Marvel. Poi la trama del film inizia a incrociarsi con avvenimenti storici reali (in particolare la crisi cubana), scadendo a tratti nel kitsch.


Mi è piaciuta anche la scelta di porre il film in continuity con i due precedenti di Singer, inserendo molti rimandi alle trame già raccontate, senza ovviamente appesantire la trama per i nuovi spettatori. Ho trovato molto carini, in particolare, i cameo di Hugh Jackman e Rebecca Romijn, che tornano simpaticamente nei panni rispettivamente di Logan/Wolverine e di Raven Darkholme/Mystica.
A proposito di attori... su tutti spicca l'emergente Michael Fassbender nei panni di un Magneto inesperto ma già molto determinato a prendere una strada diversa da quella del suo "amico" Charles.
Rimanendo ancora sul cast, è impossibile non esprimere soddisfazione per la scelta di January Jones per il ruolo di Emma Frost. Oltre ad avere davvero una gran bella presenza (diciamo così), l'attrice è riuscire a mettere in scena l'altezzosità e la glaciale regalità della sua controparte cartacea, risultando perfetta per la parte.


Il film però pecca di grosse carenze tecniche, soprattutto per quanto riguarda la regia di Matthew Vaughn e gli effetti speciali, a tratti quasi imbarazzanti. Non è un caso, forse, che la sceneggiatura punti più sul rapporto tra i personaggi che sull'azione.
Insomma, si tratta di un film modesto (nel senso buono del termine), senza pretese, ma che riesce benissimo a raccontare la propria storia, proponendo dei personaggi carismatici e interessanti e soprattutto intrattenendo lo spettatore.

lunedì 12 settembre 2011

L'insegnamento del giorno

A quanto pare, i paradossi spazio-temporali non aiutano a farti restare giovane, nemmeno se sei Emmett L. Brown.


E queste scarpe sono proprio quelle indossate da Marty McFly in Ritorno al Futuro parte II, le Nike Air del 2015!


Hanno le lucine, ma chissà se si allacciano anche da sole come quelle originali.


Quindi siamo arrivati nel futuro?

giovedì 28 luglio 2011

Capitan America: Il primo Vendicatore

Di solito, quando vado a vedere un film tratto da un fumetto, parto da aspettative molto basse. A volte sono rimasto piacevolmente sorpreso, ma con Capitan America: Il primo Vendicatore questo però non è successo, visto che sono più (e più importanti) le cose che non ho apprezzato rispetto a quelle che mi sono piaciute.


Ho trovato interessante il fatto che Capitan America non combatta contro i Nazisti, nonostante l'ambientazione della Seconda guerra mondiale, perché questo ha di sicuro evitato un bel po' di retorica patriottica. In questa pellicola, infatti, Capitan America è costretto a combattere l'Hydra, cellula militare sotto il comando del Teschio Rosso che si ribella a Hitler (ma il motivo di questo, nelle due ore e passa di film, non è chiaro).
A fare da contraltare, però, c'è una sceneggiatura fiacca e banale, che dimostra un unico guizzo creativo nella fase intermedia del film (prima che Capitan America scenda in guerra). Nella trama non c'è tensione drammatica, non c'è un qualcosa che appassioni o che crei interesse (e quindi partecipazione) verso i personaggi. E poi in alcune occasioni sfida in maniera eccessiva anche la sospensione dell'incredulità. Brevemente, inoltre: regia pessima, montaggio altalenante, scene d'azione noiose (che per un film che su queste si basa è piuttosto grave).


Per quanto riguarda il cast, troviamo un banalmente ottimo Tommy Lee Jones, un'algida Hayley Atwell perfetta nei panni della bella di turno (che però è fortunamente lontana dal classico stereotipo della "damsel in distress" hollywoodiana) e un Chris Evans che visivamente sembra uno Steve Rogers perfetto, ma che risulta parecchio fuori ruolo (senza contare quanto sembri impacciato nel suo costume). E poi c'è Hugo Weaving, nei panni del Teschio Rosso, che ha cercato inutilmente di dare spessore a un personaggio eccessivamente monodimensionale, risultandomi un po' troppo sopra le righe.
Quello dei "nemici" è uno dei problemi principali del film. Senza vere motivazioni, sembrano cattivi solo per il gusto di essere cattivi (fino ad arrivare a uccidere i propri compagni solo per dimostrare di esserlo), finendo per ridimensionare anche il ruolo dei protagonisti positivi.


Questo ultimo aspetto è forse dovuto al fatto di voler dare al film un'atmosfera "vintage", comunque mal riuscita, per quanto mi riguarda. Per ottenere un buon risultato, avrebbero dovuto spingere fino in fondo, e non alternare vintage a modernità e infarcire il film di tecnologie che già adesso sarebbero fantascientifiche, figuriamoci 70 anni fa!
Insomma, un film deludente su quasi tutta la linea, che mi ha divertito solo nella parte in cui omaggia i fumetti da cui è tratto (e almeno così ho una scusa per metterci un'immagine di Jack Kirby).


Se dopo Thor ero più tranquillo, ora ritorno a temere un po' di più per il film dei Vendicatori. Anche se Joss Whedon alla sceneggiatura e alla regia dovrebbe essere una garanzia, nell'incertezza continuerò a tenere le dita incrociate fino a maggio 2012.

lunedì 9 maggio 2011

Zack e Miri

Un paio di mesi fa, pensando che ormai non arrivasse più in Italia, ho cercato e visto in lingua originale un film di Kevin Smith del 2008, intitolato Zack and Miri Make a Porno. Si tratta di una gradevolissima commedia nel classico stile del regista e autore americano, quindi intelligente, volgare e nerd friendly. E poi gli attori (in particolare il protagonista maschile, Seth Rogen) sono molto bravi a calarsi in ruoli difficili da interpretare con il giusto equilibrio, senza andare sopra le righe.


La scorsa settimana, invece, quando sono andato a vedere Thor, ho scoperto che, con ben tre anni di ritardo, questo film sta per essere distribuito anche in Italia (da giugno). Il titolo scelto per la versione nostrana di certo non rientra tra quelli più pesantemente alterati (come Eternal Sunshine of the Spotless Mind/Se mi lasci ti cancello), però è stato comunque edulcorato in un tremendo "Zack & Miri - Amore a... primo sesso" (ma in fondo anche negli States il film ha avuto numerosi problemi a causa della presenza della parola "porno" nel titolo).
Per curiosità sono andato anche a cercarmi il trailer, eccolo qui.


Così come era tra l'altro avvenuto per il succitato bellissimo film di Michel Gondry, a quanto pare si è cercato di banalizzare il film, spacciandolo per una commedia romantica, con tanto di musichetta in tema. Però il film è molto carino, quindi vale la pena andarlo a vedere. Certo, forse (ancor più del solito) varrebbe la pena vederlo in originale, visto che temo una pesante censura nel doppiaggio.
A proposito di censura, la locandina che vedete più sopra è stata ostracizzata negli Stati Uniti e utilizzata solo in Canada. Per ironizzare sulla vicenda, Smith e produttori hanno diffuso altre locandine particolarmente creative, come le seguenti.



Eh sì, credo che Kevin Smith sia davvero un fottuto genio, sia quando realizza pellicole come questa, sia quando, nei ritagli di tempo, si mette a scrivere fumetti.


giovedì 5 maggio 2011

Thor al cinema

Bel film, quello dedicato al biondo Dio del Tuono della Marvel. Epico, coinvolgente e appassionante, così come un film del genere dovrebbe essere. Avevo un po' paura di annoiarmi, visto che il fantasy solitamente mi fa questo effetto, ma questo film si addentra solo di striscio nel genere, concentrato com'è dall'inizio alla fine sull'aspetto supereroistico del personaggio. In realtà, il regista Kenneth Branagh e la sua squadra sono stati molto bravi nel mixare in modo ottimale scene d'azione con scene più tranquille, la Terra con Asgard, la serietà (a volte shakespeariana) con l'ironia.


Ho apprezzato in particolare due cose: la sceneggiatura, che è riuscita a evitare il difetto di molti film di questo genere, costretti a dilungarsi sulle origini del personaggio di turno (anche se Thor, non dovendo acquisire in alcun modo i propri poteri, partiva avvantaggiato), e l'immaginario kirbyano con cui si è scelto di rappresentare Asgard, più fantascientifico che fantasy, molto fantasioso e astratto, in grado di comunicare un'armoniosa imponenza.


Non mi è piaciuto invece il modo in cui sono stati caratterizzati i personaggi di contorno, come Sif e i Tre Guerrieri, che finiscono per avere scarsa consistenza e dimostrarsi poco più che macchiette. Del resto, però, era difficile trovare il giusto spazio per tutti in una sceneggiatura concentrata su Thor e Jane Foster, su cui però giganteggia un ottimo Tom Hiddleston nei panni di Loki, l'ennesimo cattivo che ruba la scena all'eroe di turno, come era già successo di recente, per esempio, con Heath Ledger/Joker in Il Cavaliere Oscuro.


Per quanto non sia un gran attore, poi, c'è da rilevare quanto Chris Hemsworth sia perfetto nei panni di Thor. Più che "trovato", sembra essere stato "creato" apposta per questo ruolo!
Parlando invece di "fonti di ispirazione", ho notato che gli autori hanno preso un po' dal Thor versione Ultimate di Mark Millar, abbastanza dalla lunga saga (una delle mie preferite) di Walt Simonson e un paio di idee anche dalla versione del Dio del Tuono ideata da Dan Jurgens. Si nota però molto anche la mano di J. Michael Staczynski, che di recente aveva ridato smalto al personaggio nei fumetti e che è stato giustamente chiamato a collaborare alla stesura del soggetto del film.


Insomma, Thor non è di certo tra i miei supereroi Marvel preferiti (un po' per l'aspetto spesso fantasy delle sue storie, un po' per la scarsa simpatia del personaggio in sé), ma questo film potrebbe diventare uno dei miei superheroes movies preferiti, al pari di X-Men 2, Spider-Man 2 e Il Cavaliere Oscuro (ma per stabilirlo con certezza, vorrei prima rivederlo tra qualche mese).
E il film sui Vendicatori si avvicina sempre più!