Diaz - Don't clean up this blood di Daniele Vicari è davvero un pugno nello stomaco! Probabilmente non racconta nulla che non sia già stato scritto o detto, ma un conto è leggere o sentire i racconti di certe vicende, un conto è vederle rappresentate.
Non è tanto per le scene più "splatter", poche, quanto per la crudezza del racconto, che ti spinge a chiederti quanto di quello messo in scena sia reale o romanzato, tra situazioni surreali e dialoghi allucinanti. E purtroppo è tutto vero, ben documentato e ripreso dai verbali dei processi riguardanti i fatti avvenuti nella scuola Diaz e nella caserma del Bolzaneto durante e dopo il G8 di Genova del 2001, dove manifestanti, giornalisti e avventori occasionali subirono vere e proprie torture.
Nonostante il realismo del racconto, Diaz rimane comunque più film che documentario, grazie alle microstorie di tanti personaggi (inventati) inseriti nel contesto storico, che contribuiscono anche a dare una maggiore profondità emotiva al lungometraggio.
Prima di vederlo, in effetti, mi chiedevo a cosa potesse servire un film rivolto probabilmente quasi solo a chi quelle vicende le conosceva già, ma Diaz si offre principalmente come un'opera di intrattenimento e non documentativa. Un'opera realistica, disturbante, che richiede molta attenzione, certo, ma che appassiona e che non annoia mai, nonostante le due ore abbondanti.
L'unico difetto che mi viene in mente (ma ce ne saranno sicuramente altri, magari dal punto di vista tecnico, che non sono stato in grado di notare) è quello di aver voluto mettere troppo in risalto il lato umano dei singoli poliziotti, con i loro pregi e difetti, pur nella loro mostruosità, mettendoli in primo piano rispetto agli altri personaggi. Un modo, forse, per cercare di mitigare possibili polemiche (che in effetti non sono mancate).
L'unico difetto che mi viene in mente (ma ce ne saranno sicuramente altri, magari dal punto di vista tecnico, che non sono stato in grado di notare) è quello di aver voluto mettere troppo in risalto il lato umano dei singoli poliziotti, con i loro pregi e difetti, pur nella loro mostruosità, mettendoli in primo piano rispetto agli altri personaggi. Un modo, forse, per cercare di mitigare possibili polemiche (che in effetti non sono mancate).
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